La bile degli orsi usata contro il coronavirus.

Sono tantissimi gli animali che vengono torturati e uccisi a causa della medicina tradizionale asiatica.

Il Tan Re Qing è un preparato “medico” che ha come ingrediente principale la bile d’orso, il  governo cinese ne raccomanda l’uso per curare i casi più critici di Coronavirus – Covid19, al punto che la China Health Commission, l’ente governativo che si occupa della sanità e della salute pubblica, lo ha inserito tra i “farmaci” ufficiali e più affidabili per contrastare la pandemia.

Nella bile degli orsi è presente infatti una grande quantità di acido ursodesossicolico (UDCA) che però, almeno da una decina d’anni, è possibile creare in laboratorio evitando di torturare degli animali. Qualcuno dovrebbe avvisarli.

Sì perché sono delle vere e proprie torture quelle che subiscono gli orsi della luna, o orsi da collare, rinchiusi nelle cosiddette fattorie della bile: strutture in cui gli orsi sono tenuti per l’intera vita in una gabbia strettissima e dove, attraverso un catetere nella cistifellea, la bile viene raccolta ogni giorno, per anni e anni. Le gabbie sono talmente piccole che l’animale non ha neanche lo spazio per girarsi, sono costretti praticamente a vivere immobili perché muovendosi romperebbero il catetere.

La bile degli orsi usata contro il coronavirus

Gli animali poi finiscono per morire a causa della cattiva nutrizione a cui sono forzati per produrre più bile, oppure muoiono per tumori e infezioni provocati dalle pessime condizioni igieniche in cui vengono forzatamente tenuti per vivere una vita di dolore. Gli “allevatori” tolgono loro artigli e denti, presumibilmente senza neanche un’anestesia, al fine di impedire all’animale di ferirsi accidentalmente. Un inferno contro cui combatte la Animal Asia Foundation. Un’associazione internazionale fondata da Jill Robinson che ormai da anni combatte una battaglia per far cessare questa follia.

I “dottori” della medicina tradizionale cinese usano il Tan Re Qing per curare bronchiti e le infezioni delle vie respiratorie, però non ci sono evidenze scientifiche a supporto di questa terapia. l’Organizzazione Mondiale della Sanità afferma che allo stato attuale non esiste una cura unica per Covid-19. Alla base di tanta cattiveria contro gli animali dunque non c’è neanche la giustificazione che tale crudeltà possa servire a salvare vite umane.

Non solo gli orsi

Ma non sono solo gli orsi della luna le vittime. La medicina orientale, ma in particolar modo quella cinese, è responsabile della morte e della sofferenza di moltissimi animali.

I rinoceronti, per esempio, che vengono cacciati per Il corno, altro ingrediente principe della medicina tradizionale cinese, questo ha portato quasi all’estinzione della specie

Persino i grandi felini sono minacciati da questa credenza intrisa di follia e cattiveria. La tigre, le cui ossa vengono vendute anche a 400 dollari al chilo, ma anche i leoni perché visto che ormai le tigri iniziavano a scarseggiare, gli “scienziati” hanno pensato di sostituire gli ingredienti ricavati dalla tigre con quelli provenienti dal leone. Questo basterebbe a farvi capire di che razza di crudeli e pericolosi ciarlatani stiamo parlando.

Gli squali, sì addirittura il predatore per eccellenza è diventato preda, siccome però eccezion fatta per la pinna, il corpo dello squalo non vale nulla, cosa fanno i pescatori, tagliano la pinna allo squalo e poi lo ributtano in mare perché intero sarebbe solo un ingombro. Lo squalo senza pinna non può più far niente, non può orientarsi, l’unica cosa che gli rimane da fare è allora adagiarsi sul fondo del mare e morire così.

Mante: Uno degli animali più incredibili della terra, quei pesci piatti che possono arrivare anche a sei metri e pesare una tonnellata, anche loro vengono offerti in sacrificio alla medicina tradizionale cinese. Vengono decimati per le branchie. La superstizione  attribuisce loro il potere di favorire la circolazione sanguigna, guarire una serie di malattie quali l’infertilità o alcune tipologie di tumori. Le cifre di questo mercato nella sola Cina muovono più di 11 milioni di dollari. Una volta presi gli ingredienti per i medicinali il resto dell’animale va ad alimentare il mercato delle pelli, usate per borsette e scarpe.

La medicina tradizionale asiatica, in modo particolare quella cinese, è responsabile della morte e della sofferenza di milioni e milioni di animali in tutto il mondo, infatti non è che si limitano a usare i loro, no, ma comprano dagli altri paesi, spesso africani, quello che in casa non hanno. Foraggiando così il bracconaggio e la pesca illegale.

Noi, in questo caso, non ci sentiamo di rispettare le loro tradizioni, tra cui anche l’orrido festival di Yulin, assolutamente, anzi condanniamo queste pratiche con determinazione e sdegno e ci auguriamo che la crudeltà subita da questi poveri animali finisca al più presto.

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Redazione

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