I social contro Aranzulla

Il popolare divulgatore informatico preso di mira perché paga poco i suoi collaboratori. Capiamo meglio cosa sta succedendo.

Avete presente Salvatore Aranzulla? Stiamo parlando di quel simpatico ragazzo che su internet spiega come fare tutto, dalle cose più difficili ma anche a quelle più banali. Sul suo sito ci sono persino degli articoli tutorial che spiegano come spegnere un cellulare o come cancellare un post da Facebook.

A molti di noi certe indicazioni possono sembrare superflue ma il successo della sua attività sta lì a dimostrare come i suoi consigli si siano rivelati utili in questi anni, specialmente tra i non giovanissimi che ancora hanno difficoltà con le recenti tecnologie.

I social contro Aranzulla

I social contro Aranzulla

Perché stiamo parlando di lui? Presto detto, da stamattina Aranzulla è finito nel tritacarne dei social, Twitter in particolar modo, a causa di un annuncio di lavoro pubblicato sul suo sito. A scatenare l’ira dei navigatori sarebbe il compenso che Aranzulla offre a chi vuole lavorare per lui. Solamente 5 euro per una scheda.

Ci è sembrato però che ad infastidire i molti utenti che stanno commentando in queste ore, più che il compenso offerto, sia stata la risposta un po’ sbrigativa e dal sapore arrogante che Aranzulla ha riservato al suo accusatore principale, il giornalista Federico Ferrazza di Wired.

Naturalmente visto il personaggio in questione, generalmente benvoluto dalla maggioranza, molti commenti sono stati anche simpatici, non solo hater insomma ma anche persone che in modo genuino hanno voluto dire la loro magari con una battuta.

Ma tralasciando per un attimo le reazioni e le dinamiche social che notoriamente hanno vita breve, a volte anche una sola giornata prima di esaurirsi, cerchiamo di capire se effettivamente Aranzulla è uno sfruttatore che merita di finire bruciato nell’inferno anti capitalista di Twitter oppure no.

Cosa chiede Aranzulla al suo candidato collaboratore free lance in cambio di 5 euro? Effettivamente ben poco, solo di scrivere una scheda che descriva un prodotto mettendo il nome dell’oggetto in questione, una brevissima descrizione un testo di presentazione e una descrizione più lunga di massimo 200 parole. Stiamo parlando, a prendersela comoda, di mezz’ora di lavoro, fatto da casa e seduto davanti al computer.

Accuse infondate

Andando a leggere l’annuncio sotto poi scopriamo che Aranzulla cerca anche collaboratori per scrivere articoli, ecco, questo un po’ ci dispiace perché da romantici immaginavamo che fosse proprio lui a scrivere le guide, ma ci sbagliavamo, tuttavia ai fini del discorso che stiamo facendo quello che ci interessa è il compenso offerto.

Trenta euro per scrivere un articolo di diecimila caratteri spazi inclusi corredati da qualche immagine, si richiede inoltre che l’articolo debba essere stilisticamente buono e soprattutto originale, non dev’essere un copia e incolla fatto altrove (ci sembra il minimo) e deve spiegare semplicemente, ad esempio, come convertire un file MP3.

Trenta euro, per due ore massimo di lavoro, ma facciamo anche tre, svolte sempre da casa senza dover uscire e con il bagno a un passo.

Insomma dai, finiamola con le stronzate! Ci sono testate che pagano dieci euro per un articolo e magari per scriverlo devi pure uscire in strada. Non ce la sentiamo neanche di fare esempi di lavoratori sfruttati veramente, come i rider, i camerieri e i braccianti agricoli tanto per capirci. Smettete di rompere le palle ad Aranzulla, gli sfruttatori sono un’altra cosa!

Purtroppo ormai i social sono pieni di gente che si parla addosso, che si chiude dentro bolle puzzolenti dandosi ragione tra loro all’infinito. Animali da branco che attaccano tutto e tutti ma la maggior parte delle volte non hanno idea di cosa stanno dicendo. Ci torna in mente la scena di Clarkson’s Farm, vista appena pochi giorni fa, dove Kaleb chiede a Jeremy, cos’è Twitter, e lui risponde “un posto di sinistra dove la gente dice cose di sinistra diventando sempre più di sinistra fino ad uscire fuori dal mondo”

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Redazione

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