Come vivono le persone omosessuali in Russia

La Russia è uno stato omofobo. Tra i peggiori al mondo in tema di diritti civili.

Come vivono le persone omosessuali in Russia? Quali diritti hanno, lì, i membri della comunità LGBT?

Vivono male, malissimo, la Russia è senza dubbio uno degli stati più omofobi de mondo. Se ne dovrebbero ricordare certi ipocriti tromboni di estrema sinistra, specialmente quando esaltano la Russia di Putin un attimo dopo aver chiesto più tutela per le minoranze sessuali.

Come vivono le persone omosessuali in Russia

La Russia è un paese bigotto, ignorante e conservatore, essere gay da quelle parti può diventare davvero molto difficile.

Fino al 1993 era ancora “illegale” essere omosessuali. Solo nel 1999 l’omossesualità non è stata più considerata malattia mentale. Secondo un sondaggio del 2007 l’83% dei russi è contrario a qualsiasi riconoscimento giuridico delle coppie omosessuali e considera i gay riprovevoli. Nel giugno 2012, Mosca ha accolto una nuova legge che vieta il gay pride in città per i prossimi cento anni.

Come vivono le persone omosessuali in Russia

L’omofobia è molto diffusa nelle zone rurali, dove avvengono spesso episodi di violenza nei confronti delle persone LGBT. Nella capitale Mosca e nelle città più popolose quali San Pietroburgo e a Samara la situazione però non migliora affatto. Anche nelle grandi città gli omosessuali vivono una sorta di ghettizzazione, costretti a incontrarsi solo nei loro “circoli” quasi in clandestinità.

La legge contro l’omosessualità e la pedofilia

Sono passati già dieci anni dal primo attacco legislativo che Vladimir Putin sferrò ai cittadini russi sulla base del loro orientamento sessuale. Nel marzo 2012 fu introdotta la legge che vietava la “propaganda dell’omosessualità e della pedofilia tra i minori”
Quello che sconvolge sin da subito è il voler mettere insieme omosessualità e pedofilia, nel tentativo di equipararle. Abominevole.

Inizialmente la legge riguardava solo la città di San Pietroburgo ma già dall’anno successivo entrò in vigore anche nel resto della Federazione Russa.

Immediatamente dopo l’adozione della legge federale, “Sulla proibizione della propaganda dei rapporti sessuali non tradizionali tra i minori”, il sociologo Alexei Levinson ha osservato come tale legge sia una violazione “alla libertà di tutte le persone di esprimere le proprie opinioni nello spazio pubblico”.

Da allora, come notano gli attivisti per i diritti umani, la persecuzione delle persone LGBT in Russia è aumentata ogni anno, rispecchiando la crescita della propaganda omofoba aggressiva.

Le persone omosessuali in Russia sono perseguitate

Nel dicembre 2014 Human Rights Watch ha pubblicato un rapporto sulla persecuzione della comunità LGBT in Russia. Secondo gli attivisti, dopo l’introduzione della legge nel 2013, “C’è stato un aumento del numero di attacchi alle persone LGBT in tutta la Russia, sia da parte di individui che di gruppi omofobici organizzati. Inoltre, sono aumentati gli attacchi ai difensori dei diritti LGBT”.

Gli stessi attivisti hanno denunciato campagne di molestie e intimidazioni nei confronti di insegnanti LGBT, difensori dei diritti umani e, soprattutto, il totale disinteresse delle forze di polizia in risposta ad atti di violenza.

Allo stesso tempo, un noto attivista LGBT, un rifugiato politico russo e capo dell’organizzazione di emigranti LGBT DC RUSA, Gleb Latnik, in un’intervista ha spiegato che coloro che sono stati presi di mira da questa legge sono stati raramente perseguitati esclusivamente per il loro orientamento sessuale. “Quando è stata introdotta questa legge, ho subito capito che il suo obiettivo principale non è tanto quello di combattere le persone omosessuali, ma di creare nella società un’immagine di nemico che sia conveniente per la propaganda”, ha detto Latnik. “Sullo sfondo di tale discriminazione, le persone LGBT hanno iniziato a considerarsi una comunità separata e molti dei suoi rappresentanti in quel momento hanno assunto per la prima volta una posizione politica attiva. È stata questa posizione che è diventata la ragione della repressione contro gli attivisti”.

LGBT Network

Quella di Latnik non è una voce isolata. Altri attivisti sono d’accordo con lui. Igor Kochetkov, il co-fondatore del movimento pubblico Russian LGBT Network. Kochetkov ha spiegato che la legge del 2013 ha un significato principalmente ideologico. La legge infatti “viene utilizzata nelle campagne di informazione per generare odio, anche contro i difensori dei diritti umani in generale”.

L’escalation dell’aggressività è aumentata nel corso degli anni, sostanzialmente in due modi. In primo luogo, instillando odio nei confronti di persone con un diverso orientamento sessuale è diventato più facile per il regime perseguitare dissidenti e attivisti politici all’interno della Russia. In secondo luogo, la propaganda omofobica è diventata motivo di scontro con l’Occidente, accusato di “promuovere l’omosessualità come strumento di influenza politica” al fine di “distruggere la Russia dall’interno”. Follia.

Tale incitamento all’odio ha portato naturalmente a un aumento della violenza quotidiana contro le persone LGBT. Violenza non solo contro gli attivisti, ma anche contro semplici cittadini colpevoli solo di esercitare la loro libertà in materia di preferenze sessuali.

Secondo un’indagine sociologica condotta dal Centro Levada nell’ottobre 2021, la percentuale di russi che negherebbe agli adulti il una relazione omosessuale di reciproco consenso ha raggiunto il 69%. In questo contesto, la violenza contro “persone di orientamento non tradizionale” è aumentata ogni anno, raggiungendo il suo apice radicale in Cecenia.

Il caso della Cecenia

Da febbraio 2017 in Cecenia è in corso una campagna segreta e ufficialmente autorizzata contro la comunità LGBT. Le persone sospettate di omosessualità sono state picchiate, rinchiuse in prigioni segrete o addirittura assassinate.
Nell’aprile 2021, i rappresentanti del Centro europeo per la protezione dei diritti costituzionali e umani (ECCHR), hanno intentato una causa presso la Procura federale tedesca. La situazione è così grave che, secondo gli attivisti, si tratta di veri e propri crimini contro l’umanità.

“Agenti Stranieri”

Parallelamente a ciò, la repressione politica contro gli attivisti LGBT in tutta la Russia è diventata più frequente, il più delle volte in virtù della legge sugli “agenti stranieri”. Una legge di “ampia portata” che praticamente permette ai pubblici ministeri del regime di processare chiunque. Nel novembre 2021, il regime ha accusato “Russian LGBT Network” di essere un covo di “spie” al soldo dell’Occidente.

Il suo fondatore, Kochetkov ha fatto notare, con un po’ di sarcasmo, che questa era la terza volta che veniva bollato come agente straniero.

La conseguenza è che molte persone LGBT sono costrette a lasciare la Russia, partono perché non vogliono più avere paura per il loro futuro e perché sono stanchi di nascondere la loro relazione agli altri.

Dopo la guerra in Ucraina

Dopo l’invasione dell’Ucraina da parte del Cremlino, la propaganda omofoba è addirittura peggiorata.
Per capire meglio è sufficiente pensare al patriarca Kirill, un alleato chiave del regime, che ha giustificato l’invasione come una sorta di crociata contro i paesi che sostengono i diritti degli omosessuali

Allo stesso tempo, secondo Latnik, la più alta percentuale di russi contrari all’aggressione militare mossa contra l’Ucraina risiede proprio tra la comunità LGBT

Molti omosessuali in Russia, secondo attivisti e osservatori, sono caduti in una sorta di “Sindrome di Stoccolma”. Alcuni di loro hanno iniziato a sentirsi in colpa per la loro condizione, tanto è stato efficace il “lavaggio del cervello” fatto dalla propaganda. In alcuni casi gli attivisti per i diritti LGBT sono stati attaccati proprio dagli omosessuali, con l’accusa di aver danneggiato la loro vita in nome di una battaglia per i diritti, impedendo loro di poter vivere la propria omosessualità in silenzio e di nascosto.

Condividi

Redazione

La nostra redazione comprende vari articolisti che imparerete a conoscere di volta in volta leggendo post specifici. Il lavoro di "squadra" rimane identificato come redazione

Potrebbero interessarti anche...