Un Conte davvero senza vergogna né dignità.

Giuseppi Conte senza vergogna, un nobile ormai caduto in disgrazia, critica ferocemente quei Decreti Sicurezza che lui stesso firmò quand’era il Presidente del Consiglio. Indecente.

Conte è ormai un uomo in disgrazia, un nobile decaduto a cui hanno tolto titoli e palazzi, uno di quei personaggi felliniani che si aggirano per Via Veneto cercando tra cartacce e sigarette spente tracce di quel passato glorioso ormai perso per sempre.

In questo contesto neo decadentista Giuseppi è ormai ridotto a spararle sempre più grosse per riuscire nell’impresa di far parlare un po’ di lui. A dargli ascolto ormai sono rimasti ben pochi: Travaglio, il suo megafono ufficiale, e qualche vecchio rimbambito del PD che su di lui ha puntato tutto ma ancora non si è reso conto di essersi suicidato politicamente. Nemmeno quelli del M5S gli danno più credito, anzi, appena trovano qualcuno che tende loro la mano se ne scappano verso la Lega o verso la Meloni, abbandonando una nave destinata ad affondare.

Giuseppi Conte senza vergogna

Eppur Giuseppi tenta di restare a galla, condannato com’è a sopravvivere ancora per un po’. Per farlo si impegna molto, si ingegna affannosamente e nel farlo, come spesso accade in questi casi, finisce per rendersi ridicolo.

Notizia recente è infatti che il Conte durante un’intervista concessa al Corriere ha sparato a zero sui Decreti Sicurezza

“Senza contare che i decreti sicurezza hanno messo per strada decine di migliaia di migranti dispersi per periferie e campagne. L’eliminazione della protezione umanitaria ha impedito a molti migranti di entrare nel sistema di accoglienza e ad altri di farli uscire in quanto non aventi più titolo, con il risultato che migliaia di migranti sono diventati invisibili. Insomma, Salvini da ministro dell’Interno sui rimpatri e sull’immigrazione ha fallito. È un dato di fatto”

Ma chi era il capo del governo quando hanno emanato quei decreti? Lui! Chi altro sennò. Ecco perché la sua dichiarazione risulta essere comica quanto disperata, ma anche offensiva. Una totale mancanza di rispetto verso i cittadini e verso quel popolo di cui si è auto nominato avvocato. Grazie, ma il popolo di un avvocato truffatore non sa che farsene. Conte è solo un treccartaro (Imbonitore di strada che tenta di carpire la buona fede dei passanti, proponendo loro il gioco delle tre carte)

Ce lo ricordiamo bene, e se lo ricordano anche quelli che fanno finta di avere un’amnesia, al fianco di Salvini quando insieme presentarono quei decreti alla stampa. C’è la firma di Conte detto Giuseppi su quei fogli.

Non si sono fatte attendere le reazioni di politici e giornalisti. Dal suo account Twitter Carlo Calenda scrive “Conte ha semplicemente compreso che nella politica in Italia puoi dire tutto e il suo contrario senza che nessuno faccia una piega. E questo l’ha davvero imparato da Salvini. Solo i cittadini possono chiudere questa stagione.”

Oscar Giannino invece sottolinea anche le colpe della stampa che troppo spesso rimane in silenzio quando personaggi come Conte prendono in giro i cittadini “Il punto non è -purtroppo-che Conte la giri come se lui fosse stato un estraneo spettatore. I politici lo fanno spesso. Ma se chi lo intervista non lo inchioda dicendo “i decreti sicurezza lei li ha approvato come premier”, allora il politico sorride della sua impunità e continua”

Quando l’ex premier rispondendo all’intervistatore dice “Salvini come ministro dell’interno ha fallito” Conte di fatto dice che lui non controllava il suo ministro dell’Interno. Dice che Salvini in pratica era una parte di Stato scollegata dalla Stato centrale, una specie di golpista quindi che agiva esercitando un potere proprio. Una cosa gravissima che suggerisce molte riflessioni su quel periodo che però, fortunatamente, si è concluso.

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Redazione

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