Audio file testimonianza dei disservizi di Poste Italiane

Agghiacciante testimonianza dei disservizi allucinanti di poste italiane: perdono le buste contenenti i bancomat, poi gli dici che hanno perso il pacco e ti rispondono che la busta è stata consegnata  perché così risulta da tracciamento –  e allora ti chiedi chi l’ha presa se a loro risulta consegnata, in ultimo ti fanno notare che forse non è stata mai consegnata come tu hai sempre ribadito in cinquecento chiamate al funzionale e operativo call center di poste italiane.

disservizi di Poste Italiane

Ascoltiamo l’audiofile di una cittadina vittima dei disservizi di poste italiane, così poi vi dico come va a finire e se il mistero del bancomat si è risolto o no. Premetto che il primo audio file di 7 minuti e 06 è di sola attesa dell’utente prima di avere risposta, utente che aveva già effettuato dalle 9.30 del mattino del giorno 31 gennaio 2019 diverse chiamate, richiamata, tra l’altro lei stessa sul suo posto di lavoro. Notare inoltre il mezzuccio vergognoso e miserabile degli addetti al call center che invece di riconoscere il loro non-lavorare, ironicamente ti ricordano che una carta bancomat senza pin è inutilizzabile. Poi la buttano in caciara e ti danno anche del “tu”.

Inutile anche il disperato tentativo della sorella dell’utente in questione a cui avevano già perso in precedenza tre pacchi! E mi ha raccontato che al call center hanno tenuto anche lei tre ore al telefono chiedendo nome, cognome, codice fiscale, indirizzo di domicilio, residenza, hobby, quando da tre ore questa persona stava là con il codice tracciamento spedizione in attesa di una risposta sensata..Che dire! Una barzelletta di cattivo gusto davvero.

Chiamata di attesa
Chiamata di assistenza… psichiatrica

Risoluzione se così si può chiamare

Come è finita la storia? Altre chiamate sono state fatte nei giorni seguenti al 31 Gennaio, escludendo 1 e 2 Febbraio che erano festivi, fino al giorno 4. Il 5 Febbraio, la cittadina, disperata, per evitare di richiamare la banca, pagare per un’altra carta e attendere oltre, si reca personalmente in tutti gli uffici postali vicini, litigando ovunque con i direttori che fanno scarica barile gli uni con gli altri e finalmente in un ufficio postale disgraziato (siamo in zona Roma Eur) dopo altre discussioni con il direttore, entra insieme alle guardie giurate, dopo il rilascio di un pass di autorizzazione, all’interno dell’ufficio addetto allo smistamento e trova la sua carta.

La busta contenente la carta per “errore” è tornata al mittente, così viene detto alla cittadina. Strano perché il mittente doveva essere la banca, mentre sulla busta compariva un mittente che la cittadina non aveva mai sentito. Questo mittente rimanda indietro la busta che non gli appartiene e dopo mille giri finisce tra la posta non smistata.

Mobilitiamoci e non a parole

Morale della storia, la cittadina ha perso un giorno di lavoro e siccome non guadagna se non lavora, ha perso i guadagni di un’intera giornata. Uno ti dice una cosa, un altro te ne dice un’altra. Se questo è il servizio che noi cittadini ci meritiamo allora questo Paese è sull’orlo di retrocedere al terzo mondo.

Allora cittadini, cosa facciamo? Non funziona niente. E’ un dato di fatto. Urge un cambiamento, dall’alto, dalla dirigenza per avere un riflesso anche in basso.

Siete vittima di disservizi pubblici? Mandateci video, audio, immagini, qualsiasi cosa e noi li pubblichiamo coprendo tutte le informazioni sensibili per rispetto della privacy. Cominciamo ad uscire fuori dalla dimensione social come spettacolo trash di tifoseria e poraccitudine e impariamo ad usare questi nuovi strumenti di comunicazione per denunciare ciò che è disfunzionale “a fatti” in questo Paese e non a parole perché è assolutamente necessario un cambio di mentalità.  

Tempo non ce n’è più.

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Paolo Alessandrini

Dipendente del settore privato e per questo motivo molto "alterato" per non dire incazzato del divario esistente tra pubblico e privato e dei vari disservizi del pubblico. Ho deciso di curare questa rubrica per unire i cittadini perché mettano da parte la rassegnazione e agiscano concretamente dal momento che chi governa non sta lavorando bene.

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