Economia digitale

Marshall McLuhan anticipò anche ciò che noi chiamiamo economia digitale parlando di “dati rapidamente personalizzabili in un formato vendibile” e potenzialmente oggi chi ha un’attività può arrivare ad essere conosciuta da tutti, istantaneamente, ed è bene avere una buona reputazione social. 

Economia digitale

McLuhan disse che grandi idee emergono, poi affondano e poi riemergono, come è a lui stesso capitato: McLuhan, da persona estremamente popolare poi è scomparso dall’attenzione e ora, ritornato con forza perché tutto ciò che aveva previsto sta accadendo. Tra le cose che ha descritto ricordiamo le le tendenze da lui attribuite all’elettricità, non solo al digitale, che non aveva descritto in modo molto dettagliato, perché McLuhan viveva ancora in tempi analogici, ai tempi della TV, pure intutendo che l’energia elettrica avrebbe de-centralizzato tutte le operazioni umane. Oggi con i nostri cellulari, come siamo de-centralizzati, che la previsione è pienamente realizzata possiamo constatare quanto siamo decentralizzati e come McLuhan avesse ragione. 

Economia digitale

Il secondo punto è, un po’ più complicato: la tendenza della nuova economia a far sì che i neoassunti si adattino a ruoli, affrontino le situazioni a loro presentate, cosa ben diversa che seguire un compito lavorativo ben descritto, stile vecchia maniera, quando l’azienda assumeva una risorsa e la persona rimaneva per lungo tempo se non per l’intera vita lavorativa in quell’azienda. 

La terza è abbastanza evidente a tutti e riguarda la tendenza principale dell’energia di trasformare l’hardware in software, ossia in informazioni.

Nicholas Negroponte scrive il libro: “Essere digitali” negli anni e ha descritto l’essere digitale così: “Nell’industria dell’informazione e intrattenimento, i bit e gli atomi sono spesso confusi. l’editore di un tale libro si iscrive nel settore della distribuzione delle informazioni (bit) o nel settore manifatturiero (gli atomi)? La risposta della storia è: entrambi, cosa che cambierà rapidamente mano mano che le applicazioni che elaborano le informazioni diventano sempre più onnipresenti e user-friendly. In questo momento è difficile competere con la qualità del libro stampato “. E oggi abbiamo  iPad o Kindle, chiaramente c’è ora una grande competizione tra i bit e gli atomi.

L’economia dei bit non degli atomi.

Prima di tutti i bit sono praticamente illimitati e la capacità di trasmissione dei bit sta crescendo in baud, tanto che si parla di petabauds, il che significa milioni di bit al secondo che possono essere trasmessi, più la distribuzione gratuita, anche se non sempre. 

Tuttavia buona parte di materiale è gratis e una distribuzione virtualmente gratuita significa accesso a una rete wifi e a tutte le informazioni senza nemmeno dover pagare per la connessione. 

Ciò porta a flussi personalizzati ovvero un accesso continuo a dati che autoarchiviano, che è possibile utilizzare, utili alla gente che lo richiede. Non è più il tipo di sensibilità di marketing di massa che ha accompagnato l’era della televisione

Una persona con una grande idea è il combustibile che alimenta la nuova economia. Quella è una persona che ha una visione completamente nuova della società – un po’ come i ragazzi che hanno inventato YouTube – o l’unico creatore di un sito web che attrae milioni di visitatori. Mai prima nella storia del business la persona ha contato di più. Questa idea che l’individuo è capace di cambiare la scena della situazione è parte del patrimonio delle reti. L’opportunità sta nel fatto che tutto è collegato con tutto il resto: persone, e-mail, prodotti, servizi, pagine web, documenti, il multimedia, gruppi, eventi, progetti, attività, interessi, luoghi, aziende: tutto questo è interconnesso.

Essere interconnessi consente ricerche migliori e più veloci, pubblicità più mirata, collaborazione più intelligente, maggiore integrazione, contenuti più ricchi e una migliore personalizzazione. Tutto ciò accade in maniera proporzionale con l’aggiornamento del software che permette alle persone di connettersi. Ora siamo, naturalmente, siamo nell’era dei social network, dunque interconnessione di persone, prodotti e servizi.

Mediante Internet le persone stanno scoprendo e inventando nuovi modi per condividere conoscenze pertinenti con incredibile rapidità e ne consegue che i mercati stanno diventando più intelligenti e più veloci.

Kevin Kelly e la metafora dell’alveare ritorna pertinente, infatti noi ci comportiamo come le api lavorando tutti insieme, in sciami. Creatività dello sciame è la parola d’ordine: l’organizzazione dell’alveare da fuori può sembrare caotica ma tutti hanno un lavoro, sanno cosa fare, e lo fanno.

Nel libro di John Trapscott “Wikinomics” traspare l’esempio di una società in Canada che produceva oro e stava per fallire. I dipendenti erano disperati, quindi hanno assunto un giovane innovatore che ha proposto di mettere tutte le informazioni su Internet, lasciando a chiunque nel mondo di dire quello che pensa che bisognerebbe fare riguardo a questa competenza o quella competenza, naturalmente con condivisione di una parte dei profitti con queste persone. Fu un successo e i risultati sono stati così rapidi che la società non solo non è andata in bancarotta, ma è diventata la terza produttrice d’oro al mondo. Qui abbiamo uno straordinario esempio di un’inversione dell’economia tradizionale.

I sistemi sciame e l’economia digitale

I sistemi sciame generano novità per tre motivi: 

  • si diventa più inventivi in una situazione iniziale che in una a lungo termine, cosa che rispecchia il funzionamento del cervello: reagisce bene agli stimoli, all’innovazione. 
  • Inoltre si nascondono innumerevoli possibilità nella combinazione esponenziale di molti individui interconnessi, da cui nuovamente l’intelligenza connettiva. E si mettono insieme persone che si riuniscono generalmente grazie all’interesse, alla causa, al suggerimento. Non si giudicano gli individui, così possono essere consentite le variazioni individuali e quindi l’imperfezione. Si potrebbe essere completamente in torto. La gente semplicemente ignorerà quella volta, ma si potrebbe avere ragione la prossima volta. Che cosa si sbagliato ieri, può dare la ragione domani, e sarà disponibile. Si pensi alle aziende che nascono attraverso Innocentive, che contatta scienziati e ricercatori, per fare sviluppo di prodotti. Innocentive è un sito dove centomila chimici, medici, specialisti, hanno un foglio di domande, persone che sono ovunque e vorrebbero sapere la risposta a questo particolare problema. Questo è un esempio di intelligenza estrema del sistema distribuito di Internet che permette l’innovazione.

Nascita di aziende ibride ovvero aziende che hanno servizi, ma hanno anche l’alternativa in formato elettronico o usano il formato elettronico al fine di promuovere al meglio i beni atomizzati che hanno.Amazon.com è un esempio perfetto di una società ibrida, in quanto vende la cosa reale attraverso il media elettronici. Queste sono persone che non hanno alcun libro materiale da vendere, vendono solo tramite software. Da ciò la nascita della LongTail.

Long Tail significa in inglese “coda lunga” ed è un’espressione coniata nel 2004 da Chris Anderson per descrivere il  modello economico e commerciale, usato ad esempio da Amazon.com e Netflix, nel quale i ricavi vengono ottenuti non solo con la vendita di molte unità di pochi oggetti (i best seller), ma anche vendendo pochissime unità di tantissimi oggetti diversi. La coda lunga presenta implicazioni destinate a influenzare la cultura e la politica. Dove i costi di magazzino e distribuzione sono elevati, verranno venduti solo i prodotti più popolari. Dove al contrario la coda lunga funziona, i gusti delle minoranze vengono soddisfatti e gli individui hanno maggiore possibilità di scelta.

La televisione già rappresenta un ottimo esempio. Le stazioni tv hanno spazi limitati, dunque il costo di acquisizione di ciascuno spazio è elevato e le stazioni pertanto scelgono programmi che garantiscono il massimo ascolto. Tuttavia con la distribuzione dei programmi su canali digitali, la scelta dei programmi tv aumenta e con essa la diversificazione culturale.

Alcune delle aziende internet devono il loro successo allo sfruttamento del principio della coda lunga nel loro modello economico. Spiccano tra queste eBay (aste), Yahoo! e Google (motori di ricerca), Amazon.com (vendita al dettaglio) e iTunes Store (musica e podcast), seguite da imprese minori quali Audible (audiolibri) e Netflix (videonoleggio). Il modello coda lunga si ripercuote anche sui produttori di contenuti, in particolare su quelli i cui prodotti – per motivi economici – erano tagliati fuori dai canali di distribuzione pre-internet e controllati dalle case editrici, dalle case discografiche, dalle case di produzione cinematografiche e dalle reti televisive. Dal punto di vista dei produttori, la coda lunga ha generato un fiorire di creatività in tutti i campi dell’ingegno umano.

  • E poi in terzo luogo ci colleghiamo direttamente ai consumatori per amplificare il passaparola, da cui l’espressione il Capitale della Reputazione una delle novità più rilevanti. Le persone hanno sempre bisogno di una buona reputazione. E poiché oggi la reputazione online, è accessibile a tutti molto rapidamente, quando c’è un danno, è anche un lavoro difficile da riparare.

La reputazione On-Line

Il Capitale della Reputazione deriva da quello che dicono su di te online. La gente oggi ti “Googla” prima di incontrarti o richiederti un servizio se lo eroghi e tutto quello che è scritto on line su di me è Capitale di Reputazione che entra in gioco. La fiducia è un tema molto importante in un’economia digitale. Dovete sentire che vi fidate di questa notizia, vi fidate di questa banca, vi fidate di questo accessorio, e così via.

Il commento generato dagli utenti è un gossip costante e alla fine i ratings generati dagli utenti, valgono ovunque: tale punteggio è in realtà molto più credibile quando viene da parte degli utenti, che quando viene da parte dei produttori.

Questo è un esempio dell’economia del web 2.0. I contenuti generati dagli utenti sono a buon mercato e vi è anche un altro aspetto: la responsabilizzazione del singolo. Le persone sono ora autorizzate a farsi un’opinione, dare il loro parere e non costa molto entrare in questa economia. E’ necessario avere cervello, metterlo insieme e avere un buon programmatore. Due attori sostanzialmente: l’ideatore e il programmatore.

YouTube è stato venduto per un miliardo e 600 milioni di dollari. Tre o quattro ragazzi sono proprietari di tutti quei soldi.

Naturalmente il tutto è basato sul principio dell’open source. Il programma non viene scritto perché il singolo lo trattenga. Lo si rende disponibile. Si fa quello che si chiama beta-sourcing; Il programma non è finito, ci sono dei bug, ma lo si condivide, la gente ci gioca, e ve lo rispedisce. Questa idea è iniziata con Linux famoso software operativo open source che  ancora produce meraviglie. L’economia open source è una delle chiavi di volta, una delle principali caratteristiche di questa economia web 2.0.

Il capitale della reputazione fa parte del capitale sociale. Invece di mettersi a fare cose, se ne può parlare creando una community attorno a questo.

Technorati è un esempio di uno di questi aggregatori. Il sito raccoglie informazioni che sono pertinenti e che possono essere effettivamente identificate per parole chiave o indice. Utilizzando il syndication elettronico è possibile riunire tutte le notizie rilevanti, gli oggetti pertinenti alla nostra attenzione. 

Gli RSS, real-simple-syndication, consentono per esempio che contenuti rilevanti siano aggregati, remixati, re-interfacciata e ridistribuita. 

Il nuovo web contro il vecchio web.

Insomma il web 1.0, costruiva soltanto siti web, il web 2.0 crea comunità e le comunità creano movimento, transazioni. Web 1 era come uno splendido giardino chiuso, il nuovo web sono i social network ovvero le piazze pubbliche. Web 1 ha innovato in azienda, web 2.0 ha innovato con i suoi utenti.

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Chiara Bellucci

Humanities – Divulgazione digitale nasce da un’idea di Chiara Bellucci, Dottorato di ricerca in Scienze Umanistiche con valutazione finale: ottimo. Completano il profilo professionale i 24 CFU richiesti per l’insegnamento di cui 12 crediti formativi conseguiti presso l’Università Telematica Internazionale Uninettuno: – Psicotecnologie: 6 crediti (Votazione 30 ) – Metodi della ricerca sulla comunicazione 6 crediti (Votazione: 30 e Lode)

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