Fleabag. Recensione

La serie comedy che ha trionfato agli Emmy 2019. La commediografa inglese Phoebe Waller-Bridge protagonista di questo “One woman show” disponibile su Amazon prime.

La Waller-Bridge, diciamolo subito, sa scrivere bene, dopo aver creato questo personaggio probabilmente avrà pensato che solo lei stessa poteva interpretarlo al meglio e così è stato. Seppur aiutata da un resto del cast eccezionale, su tutti Andrew Scott e Brett Gelman, è lei che si fa carico di tutto; quello che ne viene fuori è un vero e proprio “one woman show”, Fleabag è una delle serie comedy più elettrizzanti degli ultimi anni.

La seconda stagione segna la fine della sitcom su questa ragazza londinese alle prese con la morte della sua migliore amica, una famiglia problematica, che gestisce i suoi affari e naviga in un groviglio di relazioni insoddisfacenti e masochiste.

Fleabag. Recensione

Fleabag, che nello slang inglese significa persona cattiva e scorretta, finisce qui e avevamo tutti gli indizi per capire che quell’ultimo saluto alla telecamera era l’ultima volta che vedevamo  il personaggio di Phoebe Waller-Bridge – il cui vero nome non abbiamo mai imparato.

Una storia dissacrante, a tratti eccessiva ma mai irreale, politicamente scorretta e una protagonista che è un inno alla libertà femminile. Una libertà che è libertà di tutto, anche di sbagliare, sempre. Sbagliare investimento, sbagliare uomo, sbagliare momento in cui masturbarsi su un video di Obama, sbagliare nel volersi scopare un prete, avere una famiglia sbagliata, una matrigna sbagliata, un cognato sbagliatissimo.

Ecco perché nel suo monologo dentro al confessionale, a nostro avviso la parte più alta della serie, la protagonista in lacrime dichiara che vorrebbe qualcuno vicino a dirle cosa mangiare, cosa indossare, chi votare, qualcuno che la prenda per mano per evitare qualche sbaglio ma lei è perfetta così perché in definitiva  Fleabag è la storia di innumerevoli sbagli che messi tutti insieme danno vita a un piccolo ma autentico capolavoro di sceneggiatura, di dialoghi.

Recensione più che positiva

La serie ha ricevuto il giusto apprezzamento vincendo ben quattro Emmy Awards come miglior serie commedia, miglior attrice protagonista in una serie commedia, miglior regia per una serie commedia e miglior sceneggiatura per una serie commedia.

Fleabag. Recensione

In un panorama, quello delle serie tv, dominato da mega produzioni milionarie che spendono vagonate di dollari in effetti speciali e scenografie, Phoebe Waller-Bridge ha creato il suo show dal niente, solo dalle sue idee, dalla sua ironia, dalla sua capacità di imbastire dialoghi assurdi ma credibili, dissacranti ma non blasfemi, comici ma mai pacchiani ed eccessivi.  In un paese, il nostro, in cui la comicità è stata per troppo tempo rappresentata da volgari cinepanettoni, Fleabag corre il rischio di non essere capita fino in fondo ma siamo sicuri che anche qui troverà una vasta platea di ammiratori. Una serie che rompe le regole ma lo fa senza distruggerle, esattamente come la sua protagonista rompe la “quarta parete”  guardando in camera rivolgendosi direttamente allo spettatore.

Fleabag insomma è una serie che consigliamo senza riserve.

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Redazione

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