Intervista alla scrittrice Paola Montorfano

Giallo 238. Un libro dove i personaggi svelano senza pudore le crudeli regole su cui si fonda il mercato più sanguinario del mondo: quello dell’energia.

Un romanzo decisamente originale e molto diverso dai soliti gialli.
Oltre alla trama accattivante, a colpire è proprio lo stile con cui l’autrice ha scelto di narrare la sua storia: uno stile denso di emozione e nello stesso tempo misurato.

Ben arrivata Paola, siamo molto contenti di averti come ospite su Cultura & Società per parlare del tuo ultimo romanzo. Ti andrebbe per rompere il ghiaccio di presentarti con poche parole ai nostri lettori?

Sono nata a Milano durante gli anni del boom economico in una famiglia sempre in viaggio, un privilegio e una passione che non ha mai smesso di bruciare dentro di me. Sono passata attraverso gli anni settanta col desiderio di fare la trapezista e girare il mondo con un circo, per essere libera. Gli anni ottanta mi hanno vista in città, in piena adolescenza a studiare prima lingue al liceo e poi Moda allo IED. Non sono diventata una trapezista, ma viaggiare per il mondo, mi ha regalato la libertà e la fantasia necessaria per realizzare i libri. Amo l’arte, il teatro, gli animali e ho un figlio che è la parte migliore di me. Scrivere per me, è il modo migliore per raccontarsi e di realizzare i propri sogni.

Intervista alla scrittrice Paola Montorfano

In tutte le ultime interviste abbiamo chiesto agli autori di raccontarci la loro “pandemia”. Come hai vissuto il lockdown, cosa ne pensi di quello che ci è successo e cosa ci aspetterà domani?

La mia è stata una “pandemia“ lavorativa, nel senso che la mia azienda è sempre rimasta aperta, tranne qualche giorno in smart working. Quest’ obbligo a fermarsi, mi ha dato la possibilità di scrivere il libro Giallo 238, che avevo già abbozzato, ma che non avevo mai trovato il tempo di finire. L’ho patita molto, dato che ero abituata ad essere sempre in giro e ritrovarmi chiusa in casa ha acuito le mie ansie, che in alcuni giorni faticavo a placare. L’unica cosa positiva, a parte il libro, è stata ritrovare il rapporto stretto con mio figlio ventenne, che a sua volta era sempre fuori casa. Il futuro lo vedo positivo, i vaccini funzionano, la vita sta lentamente tornando alla normalità. Ci vorranno anni prima di uscire dalla pandemia e forse nemmeno tornerà tutto come prima,
ma l’importante è ridare stabilità alla nazione e soprattutto alle nuove generazioni, che sono le più segnate.

Cosa provi quando scrivi? Come nascono i tuoi personaggi. Vogliamo provare a coinvolgere chi ci legge nei tuoi momenti creativi, scoprire le emozioni che vivi e le tue sensazioni in quegli attimi.

Quando scrivo mi batte il cuore, la stessa sensazione che si prova quando si è innamorati. Per me scrivere è un bisogno quotidiano, anche solo dieci minuti per far fluire le mie emozioni. Scrivo di quello che ho vissuto, quindi i luoghi, i personaggi e le loro personalità sono l’insieme della mia vita. Come dicevo, ho avuto il privilegio di viaggiare fin da bambina negli anni ’70, quando girare il mondo era veramente avventuroso, grazie ai miei genitori che mi hanno portato sempre con loro. Sono cresciuta osservando i luoghi e chi li popola, con gli occhi di chi non giudica e non si ritiene meglio di altri. Ho vissuto la mia vita intensamente, ho solo ricordi e nessun rimpianto. Quindi se mi metto davanti al foglio bianco, bianco ci resta per poco, scrivere è terapeutico per me, infatti scrivo solo in prima persona per immedesimarmi nella protagonista. Il lato negativo è che, nella mia vita ho scelto solo strade tortuose, e ne pago il conto.

C’è un ricordo del tuo percorso che ti sta più a cuore degli altri, un aneddoto o una particolare sensazione provata che ti piacerebbe condividere con noi?

Liceo linguistico, fine degli anni ‘70, cinque anni a prendere solo 5 massimo 6 in italiano. Osteggiata dalla professoressa perché scrivevo quello in cui credevo che non era il suo pensiero, ma non ho mai smesso. Tema di maturità 8, il miglior voto della classe e i complimenti del Presidente della commissione, sorpreso per i miei insuccessi precedenti. Non mi sono trattenuta e gli ho spiegato il perché. La professoressa si è vendicata, essendo membro interno, facendomi affibbiare la quarta materia che non avevo studiato, al posto di quella che avevo scelto. Promossa per un soffio, ma che soddisfazione.



Secondo esiste un segreto per conquistare i lettori?


Sì, la prima pagina, le prime righe ti devono colpire, trasmetterti un’emozione e capire subito lo stile dello scrittore.

Torniamo un po’ indietro. “Una legger@ linea sottile” il tuo primo romanzo. Sei contenta di com’è andata e soprattutto cosa ti ha lasciato scriverlo?

Una legger@ linea sottile, è nato per caso. Ero in un periodo molto difficile della mia vita, minata dagli attacchi di panico e durante la psicoterapia, la psicologa che mi seguiva mi consigliò di scrivere quello che provavo.
Ho ascoltato il suo consiglio, e piano piano è nato il libro, che pubblicai da regalare agli amici alla festa dei miei cinquant’anni. Il libro piacque molto, presi coraggio, e lo mandai a delle case editrici. Lettere Animate decise di pubblicarlo ed ha avuto un discreto successo. La storia trattata è ancora molto attuale, i protagonisti Paola e Francesco, intrecciano con un filo tecnologico una storia d’amore attraverso le chat (ecco il motivo della @ di legger@) diretta e ironica che si legge tutto d’un fiato. Un matrimonio trascinato in nome dei figli da crescere con gli amanti come conseguenza e non causa della fine dell’unione. Un’irriverente analisi dell’amore e delle coppie moderne. Ci vorrà molto coraggio, ai protagonisti, ad arrivare alla legger@ linea sottile, al selvaggio faro di Fastnet, dove il cielo incontra il mare, per prendere la decisione finale, tra le onde della tempesta emotiva e della natura. Il finale non ve lo svelo. Questo libro, mi ha fatto capire di avere la capacità di tenere il lettore ancorato alle pagine, senza riuscire a smettere di leggerlo, fino alla fine. Dote fondamentale per scrivere un giallo, ed è così che è nata l’idea di Giallo 238. Tra il primo e il secondo libro, ho seguito un corso di scrittura creativa con Lorenzo Mazzoni, scrittore a me affine, per imparare le tecniche e il rigore che ci sono dietro la realizzazione di un buon progetto. Il talento è una dote, per saperlo utilizzare bisogna studiare.

Finalmente siamo arrivati a parlare del tuo libro: “Giallo 238”. Parlacene nel modo che preferisci, abbiamo tutto il tempo.

“Mi piacciono gli autori che quando scrivono le loro storie riescono a farlo in una maniera così dettagliata da rendermi facile raffigurarmi mentalmente ciò che leggo. In questo romanzo, già dalle prime pagine mi sono visto catapultato in un film, di quelli che da sempre mi tengono incollato allo schermo senza distogliere mai l’attenzione. È lo stesso effetto che mi ha fatto questa storia. Tantissima azione, molti personaggi ben descritti, situazioni adrenaliniche, una dose di mistero. La scrittura accurata e fluida. È un autore da seguire “

Questa è una delle tante recensioni apparse su Amazon, dove il libro cartaceo è in vendita, mentre l’e-book è scaricabile gratuitamente. Politica attuata dalla casa editrice Mille Battute, per permettere a tutti di fruire della buona lettura, a costo zero. Giallo 238 racconta della formula a cui lavorano Charlotte e il suo assistente in una miniera abbandonata che potrebbe garantire all’umanità un futuro energetico green, purché essa non cada nelle mani sbagliate prima di essere completata. Il passato della ricercatrice, collegato ai movimenti sovversivi parigini e alle miniere di uranio del Congo, è oscuro quanto gli uomini di cui si circonda, primo tra tutti il suo ambiguo e perverso amante, agente dei servizi segreti o commerciante libanese di diamanti. I personaggi di Giallo 238 svelano senza pudore le crudeli regole su cui si fonda il mercato più sanguinario del mondo: quello dell’energia. Sono molto orgogliosa di essere riuscita a portare a termine questo libro, che sembra piacere molto e che sta vendendo bene, grazie anche al consiglio di lettura di Gerry Scotti, passato il 31 maggio a Striscia la Notizia.
Nel giro di qualche mese, uscirà anche un audiolibro, come progetto accademico dell’Accademia09 di Milano, fucina di talentuosi doppiatori. Al momento il libro non è reperibile fisicamente nelle librerie, è veramente molto difficile, riuscire ad essere esposti sui banconi. Questioni economiche e di marketing che gli scrittori emergenti, si trovano a combattere. Davide contro Golia. Amazon, è in ogni caso, una piattaforma fantastica che ti permette di vendere in Italia e nel mondo. Quindi per ora va bene così. Poi chissà, mai mettere un freno ai sogni, che non costano nulla.

Qual è, secondo te, il genere di pubblico che potrebbe appassionarsi di più al tuo romanzo?

Sicuramente gli amanti dei gialli e della suspense, che sono lettori difficili. Devi essere capace di tenerli incollati fino all’ultima pagina, senza che siano in grado di sapere con certezza chi è colpevole. Oppure lettori interessati alla salvezza del pianeta, alle fonti di energia rinnovabili e non, lettori amanti dell’avventura. Questo è un libro che si legge in due ore, difficile smettere. Garantisco!

Chi sono, tra i grandi della letteratura mondiale presente e passata, i tuoi maestri, quelli che con le loro opere più hanno contribuito alla tua formazione, o semplicemente quelli che ammiri di più per tecnica e creatività?

Patricia Cornwell e la sua Kay Scarpetta, anatomopatologa legale e detective che risolve casi di omicidio. Per me la più brava scrittrice di thriller a livello mondiale. Guillaume Musso, romanziere francese da milioni di copie vendute, che è in grado di mescolare ritmo, suspense, emozioni, storie d’amore e eventi sovrannaturali con una maestria da cui cerco di imparare. Gianrico Carofiglio, ex magistrato, scrittore poliedrico e affascinante, ogni volta che finisco un suo libro, vorrei leggerne subito un altro. Dante e il suo Inferno, dove vado a pescare i personaggi torbidi e le pene inflitte come contrappasso. La dualità, commetti un errore – paghi il conto è un tema sempre presente nei miei libri.

Ultima domanda prima di salutarti e ringraziarti. Ti chiediamo una cosa semplicissima, consiglia ai nostri lettori un libro che non sia il tuo, uno soltanto.

In questo momento sto leggendo GORA, appunti di un’infanzia del dopoguerra, di Miriam Santucci, scrittrice non più giovanissima, dotata della capacità leggera e delicata nel raccontare, di lei bambina, le pagine della nostra storia, quelle che le nonne raccontano ai loro nipoti Millennials. Il passato è la base su cui posa il nostro presente per crearci il futuro.

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