Grillo: reddito universale per tutti.

Il capo tribù dei cretini torna a parlare e cerca di sfruttare la disperazione di molti italiani per fare propaganda al suo movimento.

Il gran visir degli idioti, dopo un mese di silenzio passato nella sua villa, torna a scrivere sul blog e lo fa per dire l’ennesima sciocchezza priva di senso logico ma piena zeppa di demagogia e tossico populismo. Reddito universale per tutti: ecco la geniale pensata dell’uomo che ha riempito il nostro parlamento di cialtroni incompetenti.

Nel suo intervento confuso e delirante, l’ex comico che non ha mai fatto ridere nessuno, farnetica di un reddito che, parole sue “deve garantire a tutti i cittadini lo stesso livello di partenza: un reddito di base universale, per diritto di nascita, destinato a tutti, dai più poveri ai più ricchi” mettendo dunque sullo stesso piano quelli che in questo momento stanno contando gli spicci per fare la spesa e quelli che mandano l’autista al più vicino Auchan perché nel frigo non ci sono più champagne e salmone. Il reddito, secondo le sue folli parole, è un diritto di nascita che spetterebbe dunque sia ai figli di chi si sbatte per cercare un lavoro dignitoso  sia ai figli di chi adesso guadagna più di centomila euro l’anno per fare il ministro senza però averne né merito né competenze.

Dove trovare i soldi da rovesciare dai dirigibili sul centro di Madrid (chi deve capire capirà, qui non spoileriamo le serie tv) Grillo però non lo dice, o meglio, lo fa, ma come sempre è meglio se non l’avesse detto. Non c’è stata una volta che i suoi pensieri o le sue parole siano serviti al bene della Nazione, neanche una, e stavolta non fa eccezione.

Grillo: reddito universale per tutti.

Per finanziare questo reddito universale Grillo propone, si fa per dire, propone non è il predicato adatto ma la lingue italiana non offre alternative, di tassare i super-ricchi del mondo, gli stessi a cui sopra aveva concesso il reddito universale. A parte che i super-ricchi le tasse le pagano, il problema semmai sono i governi che o non gliele fanno pagare per intero oppure usano quei soldi in modo sbagliato. Altro modo suggerito dal genio è quello di creare un fondo dove finiscano i guadagni pubblici dello Stato, i soldi poi tornerebbero ai cittadini come dividendi del guadagno ottenuto dal fondo. Il grande luminare dell’economia ci fa l’esempio dell’Alaska del suo Permanent Fund: un dividendo che attinge dalle compagnie fossili.

Eh sì, l’Alaska, che è più grande dell’Italia ma ha gli stessi abitanti di tre quartieri di Roma. Ma sapete la cosa veramente comica qual è? Che appena una riga sopra Grillo aveva suggerito anche un’altra strada: tassare a più non posso i combustibili, e subito dopo che esempio prende? Quello dell’Alaska, dove vivono proprio di combustibili. Ormai fa ridere solo quando prova a dire cose serie.

Non è più il tempo di ascoltare simili cretinate. Dare retta alla pazzia di Beppe Grillo e del M5S è un lusso che non ci possiamo più permettere, ci è già costato troppo.

Adesso è il tempo di tornare alla competenza e alla serietà. Un reddito va garantito solo a chi è senza lavoro e dev’essere un reddito sì di cittadinanza, ma provvisorio. Questo è il momento di puntare su occupazione e investimenti. Gli aiuti vanno dati certo, ci mancherebbe, ma per farlo bisogna tornare a lavorare, a produrre, perché senza una ripartenza rapida non ci saranno neanche  più quei pochi soldi che adesso devono andare a chi è più in difficoltà.

Le parole di Grillo sono pericolose, lo sono sempre, ma stavolta di più, sono parole che invitano alla passività, al lasciarsi andare, a sedersi fermi in casa in attesa di un sussidio statale che ti permette solo di mangiare. Grillo sogna quello che ha sempre sognato: uno Stato autoritario che ti dà la mancetta, sufficiente appena per vivere ai limiti della sussistenza, quel poco che basta per non scatenare l’assalto ai supermercati. Meritiamo di meglio.

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Redazione

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