Il Principe cerca figlio. Recensione.

Su Amazon Video il sequel dell’acclamatissimo Il principe cerca moglie. Trent’anni dopo Eddie Murphy è di nuovo Akeem di Zamunda.

Partiamo subito con l’aspetto più positivo del film (forse l’unico) ossia i costumi di Ruth E. Carter che dopo aver vinto un Oscar grazie alla Wakanda di Black Panther ha confezionato anche l’abbigliamento di Zamunda, l’altro amato paradiso africano immaginario apparso per la prima volta in “Il Principe cerca moglie” del 1988. Sotto la sua guida magistrale, tutti in “Il Principe cerca figlio” sono spettacolari: dal futuro re, il principe Akeem (Eddie Murphy),il suo fedele compagno d’avventura Semmi (Arsenio Hall) fino alle donne che lanciano petali di rosa.

I risultati sono ipnotici; non puoi distogliere lo sguardo dallo schermo per non perdere qualche motivo maestoso o un angolo di tessuto finemente lavorato che si alza nell’aria. I costumi della Carter valgono da soli il prezzo del biglietto anche perché molto probabilmente resterete delusi da tutto il resto specialmente se siete fan del primo e indimenticabile film.

Anche trovando piacevole questo inutile viaggio di ritorno a Zamunda, “Coming 2 America” (titolo originale) non può competere con il suo predecessore. Il regista Craig Brewer si dà letteralmente la zappa sui piedi quando usa le clip originali del primo film per tornare indietro nel tempo, ma era inevitabile. Anche la sceneggiatura non trova i ritmi giusti che hanno reso così divertente l’illustre predecessore. Quel senso di familiarità che ci arriva nel ritrovare vecchi personaggi conosciuti è appena sufficiente per non cambiare canale e alcune idee della trama sono destinate a far alzare qualche sopracciglio e abbassare qualche palpebra.

C’è un’altra storia d’amore contro ogni previsione, ma questa volta gli amanti sono molto meno interessanti e carismatici di Akeem e Lisa (Shari Headley).

Il Principe cerca figlio. Recensione.

Come suggeriscono i trailer, il principe Akeem ha un figlio che non ha mai conosciuto in America. L’espediente narrativo usato è stato quello di rimontare la fantastica scena del nightclub, dove Semmi incontra Mary Junson (Leslie Jones) e la sua amica; nel tentativo di avere un’avventura proprio con l’amica, trascina un ubriaco Akeem a casa di Mary. E voilà, l’erede istantaneo di cui nessuno sapeva è nato e con esso l’incastro che tiene insieme tutta la trama.

Il “figlio americano bastardo”, come Akeem continua a chiamarlo, è Lavelle (Jermaine Fowler), una 31enne che cerca di farsi strada nel mondo andando ai colloqui e vendendo biglietti fuori dal Madison.

Akeem ha tre figlie e nessun figlio, il che significa che chiunque sposa la maggiore Meeka (Kiki Layne) erediterà il trono, poiché Zamunda ha una legge “solo re”. Il padre di Akeem, il re Jaffe Joffer (James Earl Jones) è letteralmente sul letto di morte ed è preoccupato che il suo unico figlio sia così “tenero” che “verrà assassinato in una settimana” dal leader della nazione rivale di Zamunda, Nextdoria, governata dal generale Izzi (Wesley Snipes), fratello di Imani Izzi (Vanessa Bell Calloway), la ragazza con cui Akeem doveva sposarsi nel primo film e che sta ancora abbaiando come un cane mentre saltella su un piede.

Il figlio di Izzi sarebbe un possibile spasimante di Meeka, ma lei non vuole saperne quindi i due regni non sembrano destinati a unirsi, lasciando intatte le tensioni ma soprattutto alimentando i sogni di guerra del generale.

È qui che entra in gioco Lavelle. Il generale Izzi infatti ha una figlia, Bopoto (la bellissima Teyana Taylor), il cui ingresso nel film è a dir poco stupefacente. Se Akeem avesse avuto un erede maschio, avrebbe potuto sposarla. Dopo che lo sciamano Baba (Arsenio Hall, di nuovo) rivela la profezia di un erede maschio e Semmi lo conferma, Akeem trascina Semmi nel Queens per prendere Lavelle. Tutti i Junson, inclusa la figura paterna zio Reem (Tracy Morgan), sono disposti ad accettare questo strano uomo che si dice il papà di Lavelle ma solo dopo essersi resi conto di conto di quanto sia ricco.

Una volta che Lavelle arriva a Zamunda, “Coming 2 America” prova riprodurre la storia originale ma è molto meno efficace.

Il Queens del primo film è un posto reale e il quartiere in cui si è trovato Akeem era pieno di personaggi, luoghi e situazioni familiari agli spettatori. Gran parte del divertimento in “Coming to America” derivava dal ruolo di Akeem che navigava in un mondo che noi già conoscevamo e nel quale lui invece si muoveva con innocenza, privo di malizia. Nel seguito invece tutto è principalmente frutto dell’immaginazione dei suoi sceneggiatori e, di conseguenza, gran parte della scintilla comica originale viene depotenziata. Fowler ha ben poco della dolcezza o della gioia che Murphy ha portato durante la sua prima visita nel Queens.

Qualche cosa qui e là comunque funziona, come il pessimo rapporto iniziale tra Lavelle e Meeka, la quale è giustamente arrabbiata per il fatto che dopo esseri preparata tutta la vita a governare Zamunda si vede adesso sorpassata dal nuovo fratello. Il film la costringe quasi subito ad ammorbidirsi con Lavelle e finire poi ad aiutarlo praticamente ad accettare il suo lavoro. C’è un sacco di “potere femminile” in Coming 2 America, ma è così superficiale che finisce per diventare quasi un insulto

Inoltre, il film dedica troppo tempo a una storia d’amore che non ha nulla a che fare con Akeem e Lisa. Nonostante i loro migliori sforzi, a Fowler e Nomzamo Mbatha viene dato poco con cui lavorare mentre costruiscono la loro storia d’amore. Mbatha in particolare è abbastanza brava come Mirembe ma non le viene dato il tempo e lo spazio necessario per esprimersi al meglio. Ancora una volta, il film pretende di essere tutto incentrato sulle donne, ma le figure femminili finiscono sempre per essere un supoorto, un aiuto ai protagonisti maschili. Ogni volta che Lavelle e Mirembe erano sullo schermo, veniva da pensare “Cosa starà succedendo al My-T-Sharp in questo momento?”

Per fortuna, otteniamo risposta a questa domanda, con Murphy che riprende il suo ruolo di barbiere. Viene raggiunto di nuovo dal saggio ebreo di Murphy, Saul, e Hall e Clint Smith con il trucco da vecchio. Stanno ancora discutendo sulla boxe e su tutte le altre cose che ricordi. Il film dà il meglio di sé proprio quando ci offre questi richiami divertenti. La migliore scena emotiva del film è una visita sorprendente a McDowell’s, dove Akeem e Cleo (interpretato di nuovo da John Amos) hanno una conversazione che presenta un toccante richiamo alla defunta Madge Sinclair, l’indimenticabile Regina Aoleon del primo film.

Non vogliamo anticiparvi troppo rischiando di rovinare le poche sorprese presneti nel film. Solo un accenno alla performance di Wesley Snipes, che ancora una volta si esibisce in un film di Eddie Murphy rubandogli la scena appena entra in azione. Snipes sa che il suo personaggio è ridicolo, quindi lo interpreta perfettamente. Gli abiti di Carter gli stanno così bene che ti chiedi se Snipes abbia portato quegli oggetti dal suo armadio. Il generale Izzi riesce a essere minaccioso e divertente allo stesso tempo. Sembra quasi di rivedere il grande Wesley quando interpretava Simon Phoenix in Demolition Man

Forse questa recensione è troppo dura, stiamo pur sempre parlando di una commedia che ha il solo scopo di fornirci un intrattenimento leggero. Tuttavia, senza il film originale, non ci sarebbe stato davvero niente da scrivere riguardo questo film.

Il Principe cerca figlio è come una riunione del liceo: ti divertirai a vedere i volti familiari di coloro con cui hai condiviso esperienze piacevoli a cui sei affezionato, ma poi ti renderai conto che la nostalgia di quel passato è molto più appagante della dura realtà del presente.

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