Intervista a Diego Galdino

In occasione dell’uscita di “Una storia straordinaria” abbiamo avuto il piacere di scambiare qualche parola con Diego Galdino, uno degli autori italiani più amati.

Intervista a Diego Galdino
Copertina del libro

Ciao Diego, innanzitutto ti ringraziamo per questa intervista. Tra gli autori che abbiamo ospitato nei nostri spazi tu sei uno dei più conosciuti, il barista scrittore, ti piace questa, chiamiamola, definizione?

È quello che sono e ne vado fiero. Sono un barista scrittore che si sveglia ogni mattina alle quattro scrive per un’ora e mezza e poi esce per andare fare i caffè ai personaggi delle sue storie. 

Il Nicholas Sparks italiano, così ti chiamano, come vivi questo paragone?  

Ne sono lusingato. Lui è il più bravo di tutti ed è quindi anche una grande responsabilità. Per dirla alla romana mi devo impegnare a scrivere belle storie affinché questo accostamento non sembri una fregnaccia. Non sia mai  che lui mi citasse per diffamazione.

In questi giorni è impossibile non parlare del coronavirus, ne approfittiamo per chiederti la tua impressione, sia come autore ma anche come gestore di un’attività che in questi giorni deve restare chiusa.

Di sicuro è un momento difficile per tutti. Penso che seguendo le regole e le restrizioni imposte dal governo sia possibile uscirne nel migliore dei modi. Da barista che non può lavorare e che ha bisogno di lavorare mi fa strano quando sento persone che guadagnano da sempre decine di migliaia di euro al mese o che hanno milioni di euro in banca fare appelli a restare in casa. Io spero che il governo trovi il modo di supportare tutte quelle persone che come me hanno bisogno di lavorare tutti i giorni per vivere e far stare bene le persone che amano.    

Roma. Quanto c’è della tua città nei tuoi romanzi, il tuo stare così a contatto con la città in che modo influisce sulla tua scrittura?

Influisce tantissimo, perché noi essere umani siamo sempre alla ricerca del bello e quindi per un romano è più facile, perché gli basta una passeggiata a Trastevere o sull’Aventino per trovare per dirla alla Sorrentino…La grande bellezza…Roma è come l’amore…Ubi maior minor cessat… E davanti a l’amore e a Roma tutto il resto sparisce…

Come ti senti quando scrivi? Questa domanda la facciamo sempre, abbiamo scoperte che ai lettori piace conoscere le sensazioni e le emozioni che si sviluppano durante il momento creativo.

Mi sento bene, specialmente dopo aver letto quello che ho scritto. Scrivere mi gratifica, mi fa sentire speciale. A me piace scrivere romanzi d’amore, perché scrivo quello che sento, quello che il mio cuore ha bisogno di esternare.

Prima di parlare del tuo ultimo romanzo  torniamo un attimo  indietro e arriviamo al “Il primo caffè del mattino”, vuoi raccontarci qualcosa al riguardo, che momento personale vivevi quando l’hai scritto e com’ è cambiata la tua vita dopo?

Avevo appena firmato il contratto con uno degli agenti letterari più bravi ed importanti al mondo, che nel giro di una settimana mi aveva dato la possibilità di firmare un contratto di pubblicazione con il Gruppo Mondadori per quello che poi è diventato  il mio secondo romanzo Mi arrivi come da un sogno. Quindi ero felice, motivato, ed ho iniziato a scrivere Il primo caffè del mattino che ho terminato in un mese e che poi è diventato il primo libro pubblicato con la Sperling & Kupfer, facendo iniziare la mia favola di barista scrittore, cambiando radicalmente la mia vita letteraria e non solo.

Finalmente siamo arrivati a parlare di “Una storia straordinaria”. Non aggiungiamo molto, presentacelo con le parole e nei modi che preferisci.

Questo romanzo nasce da una sfida lanciatami dal mio agente letterario Vicki Satlow un giorno lei mi ha detto…”Fino ad oggi hai scritto tante storie bellissime, ma ora è giunto il momento di scrivere una storia straordinaria. Così non ho fatto altro che scrivere questa frase come inizio del libro e poi ho iniziato a scrivere una storia che avevo in testa da anni, ma che fino ad allora non avevo avuto il coraggio di provare a scrivere, perché le tematiche erano molto forti e non mi sentivo ancora pronto ad affrontarle, poi in me è scattato qualcosa e la storia è venuta fuori da sé in un modo… straordinario. Ho solo chiuso gli occhi ed ho pensato a cosa avrei fatto se mi fosse stata tolta improvvisamente la possibilità di guardare le persone che amo, Roma, i film. Quando ho riaperto gli occhi è iniziato Una storia straordinaria…

C’è un ricordo dei giorni in cui l’hai scritto che ti sta  più a cuore degli altri, un aneddoto che vorresti condividere con noi?

Avevo l’abitudine di leggere quello che avevo appena scritto ad una persona di grande fiducia,  una persona che difficilmente mi era capitato di veder piangere o emozionarsi per un libro. Con Una storia straordinaria succedeva tutte le volte che finivo di leggerle quello che avevo appena scritto. In quei momenti ho capito che stavo scrivendo il mio libro più bello.

Qual è, secondo te, il genere di pubblico che potrebbe interessarsi di più ai tuoi romanzi?

Una storia straordinaria è un libro per tutti, perché è stato scritto non per accaparrarsi dei lettori, ma per rendere felici le persone.

Secondo te qual è il segreto per conquistare un lettore?

Scrivere senza pensare, scrivere con il cuore, lasciando trasparire le proprie emozioni.

Chi sono, tra i grandi della letteratura mondiale presente e passata, i tuoi maestri, quelli che con le loro opere più hanno contribuito alla tua formazione, o semplicemente quelli che ammiri di più per tecnica e creatività?

Sicuramente Jane Austen, una scrittrice capace di rendere leggendario l’ordinario. Persuasione è il mio libro della vita…Poi i grandi maestri della scrittura moderna come Ken Follett, Zafon, Sparks. Da ognuno di loro ho imparato qualcosa e soprattutto ho imparato che leggere dopo fare l’amore è la cosa più bella che possa fare una persona.

Ultima domanda, consiglia un grande classico della letteratura a chi non l’ha letto. So che è difficile scegliere un solo titolo, ma la sfida è proprio questa: quale libro secondo te bisognerebbe leggere assolutamente?

Il conte di Montecristo di Dumas.

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