Mille palloni in cielo.

VISIONE A FALDA LARGA – Un punto di vista con cappello e fossette. Rubrica di Alessandra Cappabianca

Mille palloni in cielo.

Oggi mi sono chiesta se ci sia un modo dolce per ricordare, onorare, abbracciare le donne e gli uomini che non ce l’hanno fatta, vittime di un virus spietato ed improvviso, come la loro morte.

Mi sono chiesta cosa fare per chi resta e piange, senza poter dire “addio”, senza una carezza sugli occhi ormai chiusi dei loro affetti.

Subito dopo, non so perché, mi sono venute in mente le mongolfiere.

Così, nella mia mente, tutte le anime – per tanti di noi senza nome ma per altri con un volto, una voce, un’anima – che dall’inizio di questo incubo forse ancora impalpabile sono volate in cielo hanno iniziato a prendere la forma di mille mongolfiere in volo.

La mongolfiera lascia il terreno con una sorta di scossone improvviso, secco e drastico ma allo stesso tempo breve. E toglie il fiato.

Poi sale su, lentamente.

Continua il proprio volo mentre agli occhi di chi rimane giù, fissandola, sembra quasi immobili.

Quella immobilità che sembra voler proteggere chi ha ancora i piedi sul terreno, incredulo.

Quell’immobilità che ferma la propria ombra e che sembra dire “io ci sono ancora, guardami. Ti proteggerò”.

Di fronte al quella immobilità, chi rimane giù si domanda se siano davvero partite, se abbiano realmente preso il volo, il cammino.

E’ l’incredulità di fronte alla morte.

Il volo delle mongolfiere è silenzioso e lento, come un’anima che si solleva senza voler abbandonare chi ha amato.

La mongolfiera dall’alto ti saluta; forse piange, forse ti sorride perché non vuole che soffri; forse un sussurro si affaccia dalla cesta, come a dire “io non ti lascerò”.

Tutte le mongolfiere hanno un colore diverso dall’altro ed una propria fantasia e tu, che hai conosciuto quell’anima che ora vola in cielo, riconoscerai tra mille la “tua mongolfiera”, i suoi colori, le sue fantasie. La indicherai col dito, ti sbraccerai per salutarla. Ti sbraccerai per farti guardare… ma lei ti sta già guardando.

Io ci sono stata, su una mongolfiera e non so se potrà essere di sollievo sapere che da lì in alto tutto si vede nitido, nonostante altezza e lontananza.

E allora io non posso che sperare che tutte le mongolfiere che in questi giorni hanno abbracciato il cielo, oggi possano continuare a vedere i propri amori.

Oggi, ci sono oltre Mille Palloni In Cielo.

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Alessandra Cappabianca

Alessandra Cappabianca nasce nel 1972 e sin da giovane viene condannata a essere chiamata con una lettera di cinque lettere, la Cappa. Ancor prima, fin da minuscola inizia a vedere il mondo da un tappeto, abitudine che non ha mai perso. Si sdraia e vede le cose con la complicità della sua migliore amica, la fantasia. E' così che ai suoi occhi le cose migliorano. Ed è così che cerca di raccontarle. Appena può viaggia anche con il corpo, non solo con la mente. Al "bene o male" preferisce il "bene e mare".