Un finale diverso per gli anziani del Molise.

Tra le tante vicende di questo triste momento che stiamo vivendo a causa dell’epidemia del Covid 19, voglio parlare degli anziani ospitati nella casa di riposo di Agnone (Isernia).

Il filmato delle ambulanze che di notte hanno portato via i diciotto ospiti di questa struttura, verso l’ospedale S.S. Rosario di Venafro è uno di quelli che ha fatto il giro del web.

Alcuni si sono indignati, altri hanno accusato, altri ancora hanno parlato di salvataggio, anche la trasmissione “Chi l’ha visto?” si è interessata all’accaduto sottolineando la differenza tra quanto avvenuto in Molise e ciò che invece è avvenuto in molte altre regioni, nelle quali gli anziani delle case di riposo sono stati totalmente abbandonati.

Le vicende che riguardano gli anziani ci fanno fare i conti con le nostre debolezze, forse perché sono state le vittime maggiori di questo virus, forse perché in loro vediamo i nostri nonni, i nostri genitori, ma quei visi rugosi di chi sa tutto pure se non te lo dice, non perdonano gli sguardi indifferenti.

Così ho provato a ricostruire la vicenda che mi aveva incuriosito e ho scoperto che ha un epilogo molto diverso da quello di storie simili. 

Nella casa di riposo di Agnone diciotto ospiti sono risultati positivi al Covid 19, come in altre strutture simili, purtroppo, il contagio si è esteso velocemente anche a molti operatori della struttura.

Il Direttore Generale dell’ASReM, Dott. Oreste Florenzano ha disposto il trasferimento degli ospiti di Agnone all’ospedale di Venafro e non a quello di Campobasso.

Questo è stato il primo punto oggetto di polemica, in quanto l’ospedale di Venafro non è un ospedale Covid, non avendo il reparto malattie infettive, né la rianimazione.

Onestamente su questo punto la spiegazione del direttore mi è parsa molto pratica: gli ospiti erano tutti positivi ma asintomatici e non aveva senso occupare posti, che potevano servire a persone con sintomi, in un ospedale Covid.

In quel momento Venafro aveva maggiore disponibilità, in quella struttura sono stati creati percorsi protetti ed è stato assunto personale proprio per rispondere a questo problema.

Anzi, questa scelta sottolinea che in questa vicenda è stata fatta un’operazione che in altre regioni non è avvenuta: garantire assistenza agli anziani, quell’assistenza che non era più loro garantita nella struttura nella quale erano ospitati, per evitare l’abbandono.

Certo quel trasferimento di notte ha fatto storcere il naso a molti e in un periodo nel quale tutto appare amplificato qualcuno ha voluto leggere la volontà di nascondere qualcosa.

Anche in questo caso, ricostruendo la vicenda, si comprende come, in una situazione di emergenza, le decisioni siano state prese in fretta: arriva la notizia che agli ospiti non è stata fornita neppure la colazione per mancanza di personale, si allerta la protezione civile, regionale e nazionale e quando si è pronti si procede, anche se ormai è notte.

Ho ascoltato il Direttore dell’ASReM, in un’intervista, parlare degli anziani come i suoi genitori, chiedere scusa per i problemi di comunicazione che ci sono stati in una situazione d’urgenza. Sebbene non gli si possano imputare i problemi sanitari di una regione, dato che ricopre il suo ruolo da pochi mesi, non si nasconde, non si trincera, spiega, rende noto, cosa che molti, in diversi ruoli, oggi non stanno facendo.

Nei giorni successivi Venafro è stato dotato di telefoni cellulari per facilitare le comunicazioni tra anziani e famiglie. Gli anziani sono costantemente sotto controllo, infatti due donne sono state trasferite all’ospedale di Campobasso. Una novantaseienne è deceduta, ma la cartella clinica è stata mandata al Ministero per verificare la causa di morte, l’altra è in terapia ma è stabile. Tutti gli altri ospiti restano asintomatici.

Gli asintomatici possono tranquillamente restare in quarantena a casa, ricordiamolo, solo che per queste persone la casa era la residenza nella quale si trovavano.

Mi pare che il servizio sanitario abbia, in questo caso, fatto il suo dovere, anzi, che si sia sostituito alla struttura privata che non provvedeva più a farlo.

… Ogni tanto un finale diverso è giusto raccontarlo.

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Annarita Di Sena

Ingegnere dei materiali, laureata nel 2005 presso l'università Federico II di Napoli con una tesi sui compositi in carbonio NCF, master in materiali non convenzionali nel 2008. Laureata in Filosofia, presso l'Università degli studi di Salerno nel 2017 con tesi in Filosofia del Rinascimento su Marsilio Ficino.

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