Paralimpiadi: è giusto tenerle separate. Ecco i perché

Chi vorrebbe un’olimpiade unica tralascia di spiegare i veri motivi della “separazione” e preferisce rifugiarsi in un retorica che lascia il tempo che trova.

Le paralimpiadi si stanno svolgendo a Tokio, sono iniziate il 24 agosto e si concluderanno il 5 settembre. Come era già accaduto quattro anni fa molte persone stanno chiedendo a gran voce di unire le due manifestazioni in un unico evento. Per farlo scomodano addirittura la Convenzione delle Nazioni Unite che assicura, o tenta di farlo, alle persone con disabilità di partecipare su base di uguaglianza con gli altri alle attività ricreative, agli svaghi e allo sport.

Sacrosanto. Niente da obiettare in proposito, tutte le persone hanno pari diritti, chi ha problemi di accessibilità ha quindi lo stesso diritto degli altri di fare sport, ci mancherebbe, questo solo dei folli potrebbero metterlo in discussione. Ma qui stiamo parlando di altro. Stiamo parlando di organizzazione, non di diritti.

La frase che spesso si legge “le Paralimpiadi possono rappresentare un’ennesima occasione di separazione” fa rabbrividire. In molti scrivono che nulla impedisce, in pratica, che le gare di atleti senza disabilità e con disabilità si svolgano nel corso di un’unica manifestazione. Sbagliano, clamorosamente.

Perché vanno separate

Il perché le due manifestazioni debbano necessariamente tenersi in due momenti separati ma vicini è facile da spiegare. Pensate a una casa costruita per farci stare comode 10 persone. Una casa in cui dieci persone hanno i loro spazi che gli assicurano confort e la possibilità di rilassarsi. Adesso prendete quella casa e metteteci dentro 20 persone! Senza toccare niente. Capite subito che si creerebbe il caos. Ecco, i villaggi olimpici sono costruiti e pensati per un numero di atleti, non è possibile raddoppiare quel numero e non si può nemmeno chiedere agli organizzatori di costruire villaggi grandi il doppio solo perché a qualcuno, in nome di un’inclusività che non viene certo messa in discussione dalle Olimpiadi, piacerebbe vedere le due manifestazioni svolgersi insieme.

Ma non c’è solo questo. Agli atleti va anche assicurata la possibilità di allenarsi, di provare e di prendere confidenza con le strutture dove si svolgeranno le gare, questo comporta necessariamente dei tempi e ridurli ancora di più a causa dell’aumento di atleti presenti contemporaneamente in un’olimpiade creerebbe una confusione che poi andrebbe a influire sulle prestazioni e a nessun atleta, disabile o meno, questo farebbe piacere. Anche qui vale il discorso fatto sopra, non possiamo chiedere agli organizzatori di costruire due stadi olimpici.

Paralimpiadi giusto tenerle separate

Ma i motivi per cui olimpiadi e paralimpiadi devono svolgersi separatamente non finiscono qui. Se noi possiamo guardare queste due manifestazioni sportive lo dobbiamo alla TV, pensate che casino sarebbe se le tv fossero costrette a coprire più gare di quelle che già coprono, finirebbero per offrire un servizio scadente e ce lo farebbero pagare pure di più, visto che anche loro dovrebbero affrontare un aumento delle spese.

E il tempo. Per poter fare più gare qualcuno rischierebbe di scendere in pista a orari assurdi. Insomma, le due manifestazioni vanno tenute separate solo ed esclusivamente per un’insormontabile questione logistica! Tutto qui.

Senza dubbio è apprezzabile il pensiero di fondo che c’è dietro a chi vorrebbe unire le due manifestazioni, è un intento nobile ma come spesso accade poi bisogna fare i conti con la realtà fatta di organizzazione e programmi, altrimenti si va incontro a dei fallimenti. Le paralimpiadi quindi vanno per forza di cosa fatte dopo, o prima, ma non in contemporanea perché, per usare un’immagine chiara, è come pretendere di far giocare 4 squadre insieme in un campo di calcio, non si può fare e basta.

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Redazione

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