Intervista a Patrizio Pelizzi

In libreria con “L’essenza di un sognatore”. Abbiamo avuto il piacere di intervistarlo per parlare del suo libro e non solo.

Caro Patrizio, benvenuto su Cultura & Società, ti ringraziamo per averci dato la possibilità di fare questa chiacchierata, prima di iniziare l’intervista parlaci un po’ di te, raccontaci qualcosa della tua vita per presentarti ai nostri lettori.

Grazie a Voi per la gradevole intervista.

Mi definisco un vero sognatore con i piedi per terra!! A volte sognare e creare è una necessità dell’anima, specialmente per il mio mestiere di attore e scrittore. Ho dedicato buona parte della mia vita all’arte, lottando con tutte le mie forze per realizzare il mio sogno.

Avere una passione che diventa un lavoro è la cosa più bella che possa capitare nella vita.

Lavoro da più di venti anni tra cinema, teatro, doppiaggio e tv, anche se il mio debutto nel fatato mondo dello spettacolo è iniziato da bambino con i fotoromanzi e alcuni spot pubblicitari.Senza passione e studio e difficile andare avanti. In generale credo che tutti quelli che vogliono fare gli artisti con serietà debbano sacrificare tanto a questa professione. Senza una vera passione non si può andare avanti in questo mondo, anche perché si è messi costantemente alla prova.

Nel mestiere dell’attore si fanno tanti provini prima di interpretare un personaggio, molti si vincono e tantissimi non vanno a buon fine. Un po come nella vita… si vince e si perde in un attimo, ma ognuno di noi è la forza che siamo riusciti a creare insieme agli errori che abbiamo commesso. Da alcuni anni scrivo anche sceneggiature e liriche poetiche… sinteticamente storie di vita.

Oltre alla scrittura ti dedichi con successo anche alla recitazione. Cosa significa per te essere un attore?

Quando decisi di fare l’attore, dopo vari Stages e Workshop di recitazione con Anna Maria Bottini, Lino Damiani, Antonio Prisco, Beatrice Bracco, Gigi Proietti e Thomas Otto Zinzi, mi iscrissi al “Duse International di Cinema e Teatro” di Roma” in collaborazione con l’Actors Studio di New York (metodo Stanislavskij/Strasberg), diretto da Francesca De Sapio e successivamente al corso di doppiaggio diretto da Silvia Pepitoni (Accademia Doppiaggio).

Ho lavorato in teatro e in numerosi film e fiction televisive di successo come Incantesimo, Turbo, Gente di mare, Questa è la mia terra, Vivere, Distretto di polizia, Un Matrimonio, Un posto al sole, Via Zanardi 33 ed Enrico Piaggio-Un sogno italiano, regia di Umberto Marino. Ho lavorato con registi celebri come Pupi Avati, ricordo con immenso piacere il film “Un ragazzo d’oro” diretto dal Maestro Avati (2014) con la star di Hollywood Sharon Stone e la brava Giovanna Ralli.

A mio avviso un attore è uno psicologo di anime! Un venditore di sentimenti. È un mestiere che esiste solo in relazione al pubblico sovrano. È fondamentale lo studio di ogni personaggio! Poi bisogna anche confrontarsi con altri colleghi attori, casting director e registi. È un lavoro di testa e di pancia!

A volte usare la pancia è molto liberatorio… si diventa più empatici e incisivi nel trasmettere le giuste emozioni. Nel mestiere dell’attore oltre lo studio e la passione conta anche la pazienza e la resilienza nei periodi quando non si lavora! Le attese tra un provino e l’altro sono molto lunghe e snervanti. Adesso con l’emergenza Covid c’è anche poco lavoro e molta competizione. La più grande lezione di questo lavoro: niente è come sembra… niente è come pensi che sia.È un lavoro in cui devi capire ogni minuto quello che stai facendo, non bisogna mai arrendersi! È una vera vocazione.

Intervista a Patrizio Pelizzi

Dalla tua biografia apprendiamo che in passato sei stato nella Polizia, vuoi raccontarci qualcosa di quell’esperienza, cosa ti ha lasciato?

Dopo il liceo sono entrato nella Polizia di Stato (vincendo un concorso presso il Ministero dell’Interno) , dove ho lavorato per alcuni anni! Per me è stata un’esperienza molto formativa dal punto di vista umano. Sono entrato in polizia per aiutare il prossimo. Lavorando come pubblico ufficiale si esce dalla propria comfort – zone, e si entra in una dimensione atipica! Il poliziotto è simile a un Angelo Custode…protegge  tante persone in difficoltà. Questa esperienza mi ha insegnato cosa vuol dire la disciplina, la lealtà e lo spirito di sacrificio.

Qual è secondo te la principale differenza tra uno scrittore e un poeta?

Non credo ci sia una grande differenza! Uno scrittore – poeta deve avere in primis una grande empatia con quello che scrive. È un viaggio interiore con tanta armonia nell’anima. Scrivere nasce da un piacere, e di solito è abbinato al piacere quasi ossessivo di leggere. Quando scrivo penso poco a chi mi leggerà, se mi capita di farlo mi rivolgo a qualcuno che mi assomigli, una persona curiosa come me… pronta a leggermi. Le liriche poetiche, come i romanzi agiscono sull’immaginario collettivo… andando in profondità si possono cambiare le coscienze.

In tutte le nostre ultime interviste abbiamo chiesto agli autori di parlarci della loro esperienza durante la pandemia e il lock down. Come hai vissuto questa storia, qual è il tuo pensiero riguardo a quello che ci è successo?

Inizialmente la mia esperienza è stata traumatica! Non riuscivo a capire realmente quello che stava accadendo al Mondo. Ho dovuto interrompere diversi impegni di lavoro con l’arte .

I primi giorni mi svegliavo la mattina e mi chiedevo dove stavo e perché questo Coronavirus stava uccidendo tante persone? Era tutto surreale. Certe volte parlavo da solo o davo sfogo alla mia creatività sui social. La mie uniche ancore di salvezza non potendo più recitare sono state la scrittura, la fede e ascoltare musica.  Sicuramente il lockdown mi ha dato la possibilità di stare più con me stesso! Per capire quello che sono senza le famose maschere che mettiamo nel quotidiano per sopravvivere.

In questo periodo mi faccio tante domande ( non solo in questo periodo!) mi manca quella spensieratezza, mi manca il teatro, il cinema, uscire con gli amici e parenti. Le varie restrizioni per il Covid hanno cambiato il nostro stile di vita. E ancora non sappiamo come andrà a finire. La cosa bella in questo anno di Pandemia, è di apprezzare anche il volo di un piccione o un tramonto… le piccole cose hanno un valore diverso. Molte poesie che ho scritto sono scaturite proprio da questa Pandemia, che sta cambiando il Mondo. Spero in una rinascita per tutti… per migliorare il nostro modus – vivendi.

Secondo te esiste un modo  per conquistare un lettore?

A mio modesto avviso in qualsiasi forma artistica bisogna essere autentici! Specialmente nella scrittura, le parole danno accesso all’invisibile dell’anima.I libri che scriviamo, sono una specie di diario… dove ci sono insicurezze, tabù, segreti, gioie e delusioni che rispecchiano le storie delle persone.

C’è un ricordo del tuo percorso che ti sta più a cuore degli altri, un aneddoto che vorresti condividere con noi?

Un aneddoto? ne avrei tanti. Tra le esperienze del mio percorso professionale di attore, ho interpretato i personaggi più disparati! Mi è piaciuto in particolar modo interpretare il ruolo di un ufficiale della Repubblica di Salò nel film-tv trasmesso su Rai Uno nel novembre del 2019 “Enrico Piaggio-Un sogno”, con la regia di Umberto Marino.

In quel film-tv mi sentivo partecipe di un periodo storico che contribuì alla rinascita dell’Italia!! Il film era ambientato negli anni 40 durante l’atroce seconda guerra mondiale! È stato molto istruttivo come la “Vespa” abbia rivoluzionato (grazie all’intuito del saggio imprenditore Enrico Piaggio con la collaborazione dell’ingegnere Corradino D’Ascanio) il modo di trasporto di molte persone… (anche della classe operaia e delle donne) in un momento di grande crisi, dando tanta energia e speranza al nostro bel Paese. In questo film ho vissuto la vera rinascita.

Eccoci finalmente  arrivati a parlare del tuo libro: L’essenza di un Sognatore. Prenditi tutto il tempo che vuoi per presentarcelo usando le parole secondo te più adatte.

Il mio libro poetico “L’essenza di un Sognatore”(pubblicato dalla casa editrice  96, R­ue de-La-Fontaine Ed­izioni di Morena Zuccalà) è un viaggio interiore che ho iniziato in adolescenza durante il liceo e ripreso in età adulta. In questo percorso poetico – introspettivo esiste il dolore, lo sconforto, la delusione, la tenacia, molta speranza, la fede per il Signore e l’amore universale. Le mie poesie fanno parte del cambiamento sociale e culturale che stiamo vivendo. Nella mia silloge c’è un profluvio di riflessioni tristi, anche a causa dell’emergenza Covid. Con molta delicatezza senza giudicare, osservo la realtà con la collettività e l’individualismo sociale! E soprattutto la natura che ci circonda.

In ogni mia poesia c’è una continua sfida tra il bene e il male, dove tutti gli esseri umani si fanno delle domande e cercano delle risposte, che solo in silenzio e con la propria evoluzione spirituale si possono avere. Attraverso la mia silloge possiamo imparare a essere dei meri registi della nostra meravigliosa vita. La scrittura, come la recitazione, la musica e la pittura possono cambiare il Mondo.

Le poesie sono il senso profondo del nostro vivere… la nostra essenza.

Qual è, secondo te, il genere di pubblico che potrebbe maggiormente trovare interessante la tua scrittura.

Bella domanda! Sicuramente deve essere un pubblico attento e sensibile, quando si parla di poesia e amore si fanno voli letterari/pindarici per arrivare al Cuore di tutti. Come diceva il grandissimo Charles Bukowski… la poesia impedisce di impazzire.

Chi sono, tra i grandi della letteratura mondiale presente e passata, i tuoi maestri, quelli che con le loro opere più hanno contribuito alla tua formazione, o semplicemente quelli che ammiri di più per tecnica e creatività?

Ho tanti maestri scrittori-poeti che mi hanno ispirato. Tra quelli del passato adoro quelli del Romanticismo come Edgar Allan Poe, John Keats, Ugo Foscolo e il mio preferito Giacomo Leopardi… a mio avviso la poesia  “Il passero solitario” è un capolavoro. Tra i poeti più contemporanei sono affascinato da Alda Merini, Pablo Neruda, Franco Mario Arminio e la brava poetessa Ornella Mereghetti con cui ho avuto l’onore di portare in scena (nel 2019) in molti teatri d’Italia una sua grandiosa silloge tratta dal suo libro “Ti bacio la notte” (Zephyro edizioni). Mi rispecchio molto nel poeta Cileno Pablo Neruda, perché sottolinea che la poesia è un atto di pace e amore. Nonostante i vari cambiamenti repentini della vita e le sconfitte… sottolinea che c’è sempre una rinascita per essere più consapevoli del nostro vivere.

Ultima domanda prima di salutarti e ringraziarti. Ti chiediamo una cosa semplicissima, consiglia ai nostri lettori un libro che non sia il tuo, uno soltanto.

Con molto piacere consiglio il nuovo libro di Francesco Rutelli… “Tutte le strade partono da Roma” (editori Laterza).

POTETE ACQUISTARE L’ESSENZA DI UN SOGNATORE DIRETTAMENTE DA QUI

LE NOSTRE INTERVISTE

Condividi

Redazione

La nostra redazione comprende vari articolisti che imparerete a conoscere di volta in volta leggendo post specifici. Il lavoro di "squadra" rimane identificato come redazione

Potrebbero interessarti anche...