Professione web? Punta sempre sulla qualità dei siti

Quando si guarda un sito web, chi non è del mestiere, probabilmente non si rende conto dei diversi attori che interagiscono per creare e gestire il sito che dovranno tra di loro coordinarsi a vari livelli diversi anche in proporzione alle finalità del sito. Vi sono infatti siti molto semplici e siti molto complessi come i portali o i siti di e-commerce. 

Vediamo quali sono questi attori coinvolti e le varie tappi relative alla genesi e alla gestione di un sito web.

1) Strategia: ciò che in gergo si definisce il concept. A questo livello operano consulenti esperti di contenuto che consiglieranno quali contenuti funzionano e quali no, dal momento che la comunicazione via web è molto diversa da altre tipologie.  In questa fase vengono tra l’altro delineati gli obiettivi del sito a cui poi ogni attore dovrà partecipare offrendo la sua specifica professionalità

2) Parte grafica: genericamente è come il sito si presenta all’utenza e a questo livello entrano in gioco le Web Agencies dove operano grafici esperti di settore, competenti tra l’altro in tutto ciò che riguarda la comunicazionel’usabilità dei siti.

3) Sviluppatori di software: sono basilarmente dei programmatori che hanno il compito di progettare applicativi che integrano il sistema perché la sola parte grafica non è sufficiente, ovvero la parte grafica va poi tradotta in linguaggio di programmazione e a questo livello si parla di funzionalitàdel sito.

4) Una volta definita l’architettura del sito, si passa ai contenuti da presentare e subentra la figura professionale del content manager che nel caso di portali di un certo tipo si appoggia a grosse redazioni di personale specializzato nella stesura di articoli web.

5) Una volta pubblicato il sito si passa alla gestione del sito stesso in termini di regolare aggiornamento di quest’ultima, da cui la figura dell’ application manager.

6) Questa fase riguarda l’accessibilità e il server-housing dal momento che ciascun sito è ospitato in infrastrutture specifiche, a cui segue l’ultimo livello

7) la connettività internet: che fa capo ad un internet service provider che fornisce la connettività internet

Dunque abbiamo varie figure professionali che devono dialogare perché se la loro collaborazione funziona bene, anche il sito funziona bene. E’ un po’ il concetto di forza della catena, se solo un anello è debole, l’utente dall’esterno lo percepisce.

Ogni sito per funzionare deve rispondere ad un modello di qualità ovvero una selezione delle caratteristiche che fanno di un sito un buon sito. La finalità di tale modello è valutare il sito stesso in termini di qualità in maniera sistematica, in modo che le varie attività di realizzazione e gestione vengano orientate nella maniera corretta.

La qualità di un sito non è tuttavia una grandezza assoluta. U sito è buono o cattivo in relazione agli obbiettivi che si pone e alla tipologia degli utenti. Quando ci si pone la domanda “il sito funziona correttamente”? bisogna tenere sempre conto del livello. Un sito può funzionare male per molteplici fattori. Anche solo la presenza di broken links non è buona pubblicità per l’azienda. Fare click su un link che mi restituisce una pagina rimossa e inesistente dà all’utenza una sensazione di sciatteria. Tra l’altro, siccome la cosa non è voluta, può accadere che le pagine rimosse creano broken links, specie nei portali, esistono molti software che avvertono la presenza di link non funzionanti.

Il sito può anche non funzionare in termini di soluzioni adottate con non rispettano lo scopo del sito. Ad esempio in un sito e-commerce dove la merce viene consegnata all’indirizzo sbagliato, è un sito che magari non ha valutato che esiste una differenza tra indirizzo di domicilio e residenza. Oppure portali di booking sprovvisti di mappe. E’ chiaro che un utente quando prenota un albergo vuole vedere la mappa perché il solo indirizzo è insufficiente se l’utente non conosce la zona e magari l’albergo è molto decentrato da dove poi una persona deve recarsi.

Ci possono essere cattivi funzionamenti a livello di contenuto informativo inadeguato allo scopo. Si prenda come esempio un sito di finanza dove l’informazione è aggiornata ogni 20 minuti. Per un sito di finanza generico un ritardo di 20 minuti non è grave, ma se la mia utenza sono i traders on line è chiaro che 20 minuti è un ritardo pazzesco. 

Altro aspetto: il sito è sempre attivo? E’ chiaro che una manutenzione regolare è d’obbligo ma sarebbe meglio in questi casi restituire un messaggio all’utente per chiarire che il sito non è al momento attivo per manutenzione. Oppure il sito è presidiato? Specie i grossi portali. Basterà inviare una e-mail ai contatti del portale e se la risposta non arriva o arriva tardivamente è chiaro che il sito sembrerà abbandonato. Il sito è accessibile? Ulteriore aspetto. Esistono vari software come visualroute.com che restituisce precise statistiche di accessibilità profilate per orari o settimane o mesi.

Altra cosa fondamentale è la presenza sui motori di ricerca. L’esperto SEO dovrà elaborare una strategia di indicizzazione, perché se non si compare in prima serp google, è chiaro che si è fuori dal business. Vi sono poi molti altri aspetti come la compatibilità cross browser per far sì che i miei contenuti e il layout si veda allo stesso modo in tutti i browser che utilizzo e l’attenzione verso i disabili, dunque usare accorgimenti che consentano a tutti di poter accedere al sito.

Dal punto di vista della comunicazione il sito funziona naturalmente 

1) se il brand è immediatamente percepibile dall’utente che capisce di cosa quell’azienda si occupa

2) se lo stile comunicativo è appropriato

3) se il sito è usabile e l’utente sa dove cominciare e dove proseguire nella navigazione.

  • Ricapitoliamo dunque i sei punti di qualità di un sito web
  1. Comunicazione
  2. Accessibilità
  3. Usabilità
  4. Gestione
  5. Funzionalità
  6. Contenuto
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Redazione

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