Un’Italia senza Speranza

Il carceriere degli italiani non è più ministro della salute. E adesso lo vogliamo vedere davanti a una commissione d’inchiesta

Un’Italia senza Speranza. Finalmente! Dopo il risultato delle elezioni c’è poco da gioire ma il fatto che Roberto Speranza non sarà più il ministro della Salute è sicuramente una cosa da festeggiare.

Il carceriere degli italiani che voleva i lockdown infiniti smetterà di tormentarci. Un comunistello sfigato, emaciato, grigio, che durante il suo distopico mandato è arrivato addirittura a incoraggiare la delazione! Ossia chiedere ai nostri vicini di denunciarci se invitavamo a casa più persone del consentito.

Un maniaco della repressione che voleva imporre il modello cinese anche in una democrazia come la nostra. Sì sbagliava e l’exploit della Meloni è anche colpa sua e del PD che gli ha lasciato fare quello che voleva.

Una liberazione celebrata anche sui social, dove in molti lo vorrebbero addirittura in galera.

Un'Italia senza Speranza

Gli italiani se ne sono ricordati e l’hanno accompagnato alla porta.

Una limitazione della nostra libertà che non si era mai vista neanche durante gli anni del fascismo.

E allora approfittiamone anche per chiarire subito un punto e ai tanti che con la vittoria della Meloni si agitano isterici parlando di Fascismo vogliamo ricordare questo: Non è stata la Destra a chiuderci in casa e ad allontanarci dai nostri affetti che abitavano in un altro comune. Non c’erano le camicie nere a rovistare nelle buste della spesa per controllare se i nostri acquisti erano beni di prima necessita.

A fare questo sono stati Conte e Speranza. E ora li vogliamo vedere davanti a una commissione d’inchiesta a rendere conto di ogni morto che si poteva evitare e di ogni minuto di libertà tolto ai cittadini italiani.

Un’Italia senza Speranza

Da ministro durante la pandemia, Robertino il comunista triste, ha commesso una serie di errori così gravi che dimenticare diventa impossibile.
Ha inizialmente sottovalutato la situazione. Quando si è reso conto che non era uno scherzo l’ha ingigantita, sbagliando due volte.

Ha imposto le cremazioni forzate e così facendo ha annulato la libertà dei parenti di decidere se seppellire o meno la persona cara venuta a mancare. Ma non solo, con questa folle scelta ha impedito alla scienza di studiare meglio il virus tramite le autopsie.

Vogliamo parlare anche del protocollo “Tachipirina e vigile attesa”? Una follia.

Un diktat imposto ai medici ai quali veniva impedito di usare gli antiinfiammatori che adesso stanno diventando la terapia principale. Studi recenti invece ci dicono che il paracetamolo è addirittura dannoso in caso di Covid. Come possiamo perdonare? Non possiamo.

Il caso ReiThera

Che fine ha fatto il super vaccino italiano? Non si sa. Ma ci ricordiamo bene quando Roberto Speranza stava per buttare 81 milioni nel finanziare il progetto della piccola e sconosciuta azienda di Castel Romano. Fortunatamente la Corte dei Conti è riuscita a bloccare questo sperpero di denaro pubblico.

Commissione d’inchiesta.

Siamo uno dei Paesi al mondo che ha avuto maggiori restrizioni e durate più lungo e al contempo uno dei Paesi con il maggior numero di morti. Le responsabilità politiche – ma, a dire il vero, anche penali (pur sempre ovviamente nel rispetto del principio della presunzione di non colpevolezza) – di Speranza sono enormi e non si possono cancellare con un semplice colpo di spugna. Per tutto questo non possiamo che gioire del fatto che Roberto Speranza non è più il ministro della Salute. Starà in parlamento, come sempre, perfetta immagine di quella sinistra autoreferenziale e radical chic che è stata fatta a pezzi dal voto.
Ci auguriamo quindi che le nuove camere che andranno a formarsi promuovano al più presto una commissione d’inchiesta. Gli italiani hanno diritto di sapere tutta la verità sugli enormi sbagli fatti.

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Redazione

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