Ma la zebra è nera con le righe bianche o bianca con le righe nere?

Probabilmente non vi siete mai fatti questa domanda, nemmeno noi, però cogliamo l’occasione per svelarvi qualche curiosità sullo strano animale simbolo della Juventus

La zebra è nera a strisce bianche! Sembra strano, non è vero?

Sebbene  la parte bianca oggi prevalga su quella nera, gli zoologi sono convinti che gli antenati della zebra fossero neri, o comunque scuri, e che le strisce bianche siano comparse dopo.

Questo è successo per lo svilupparsi, nel tempo, di una difesa naturale contro gli insetti. il bianco attira di meno insetti come i tafani, che nutrendosi di sangue  possono diffondere malattie. Le zebre nere che avevano qualche macchia bianca, hanno avuto nel corso del tempo più possibilità di sopravvivere ad epidemie e accoppiandosi tra loro hanno fatto nascere zebre sempre più bianche e  quindi meno infastidite dagli insetti.

Quindi, se quest’estate sei preso di mira dalle zanzare puoi provare a dipingerti a strisce bianche e nere, indossare una t-shirt molto chiara oppure dipingerti a pois come la zebra della famose canzone (non fatelo per davvero). Tuttavia uno spray repellente, meglio se preparato con ingredienti naturali,  è  più sicuro e meno impegnativo.

Un’altra curiosità riguardo le zebre è se si possono cavalcare o meno.

In teoria sì, visto che sono del tutto simili agli altri quadrupedi, in pratica no, questo perché addomesticare una zebra selvatica è possibile, ma troppo difficile. Con il passare del tempo l’uomo ha rinunciato ad ammaestrare le zebre usandole solo occasionalmente come bestie da soma. Non conveniva faticare tanto visto che c’erano già  animali più docili e predisposti come i cavalli, gli asini e i cammelli.

E la Juventus?

Inizialmente, nel lontano 1897, non c’era ancora nessun collegamento tra la Zebra e la Juve, anche perché, e qui vi sveliamo un’altra curiosità, la divisa non era bianconera ma rosanera. Il bianco e nero arrivò solo a seguito di un errore dei fornitori inglesi. La Juventus inizialmente optò anch’essa per un toro nel simbolo, solo nel 1928 adottò l’inevitabile zebra per le evidenti analogie cromatiche. L’idea fu del giornalista Carlo Bergoglio che propose l’immagine di una zebra rampante “per antica nobiltà” guardante all’ovest.

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Redazione

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