Sesso e disabilità, se ne parla ancora troppo poco.

Anche nella cultura popolare, nei film, nelle serie tv e nei romanzi, le persone disabili raramente sono descritte in modo attraente e sessualmente attive

Anche i disabili come tutti gli altri meritano di avere pari diritti e opportunità riguardo al controllo, le scelte e l’accesso alla loro sessualità, nonché relazioni sentimentali soddisfacenti. Questo è fondamentale, come del resto lo è per tutti, al loro benessere e alla loro salute fisica ed emotiva.


Tuttavia, è ancora presente nella nostra società un qualche malinteso che va a creare l’errata convinzione che le persone disabili siano asessuali. Questo malinteso crea barriere per i giovani disabili, inducendoli così ad avere livelli più bassi di conoscenza. Ne consegue un’educazione sessuale inadeguata rispetto ai loro coetanei non disabili.

Sesso e disabilità, se ne parla ancora troppo poco.

Come conseguenza diventano più vulnerabili a relazioni sbagliate dove corrono il rischio di essere sfruttati o che, nei modi più disparati, li pongono in condizione di inferiorità rispetto al partner. L’accesso all’educazione relazionale è, quindi, non solo importante per la loro identità sessuale ma diventa anche un aiuto alla loro sicurezza, che in tal modo contribuirà alla conquista della consapevolezza di sé e del controllo sulle proprie scelte e li aiuterà anche a resistere e denunciare la violenza sessuale.
Pertanto è fondamentale che i genitori, gli educatori e gli operatori sanitari e sociali siano consapevoli e adeguatamente dotati di conoscenze e risorse per educare i disabili sul sesso e le relazioni.

Sesso e disabilità, se ne parla ancora troppo poco.

Lo stigma, la comunicazione limitata e i pregiudizi in relazione alla sessualità e alla disabilità possono avere effetti negativi sulla salute fisica e psicologica e sul benessere dei disabili portando confusione sulla loro identità sessuale, ridotta autostima e insicurezza. Tuttavia, a differenza della discriminazione nell’istruzione o nel lavoro, l’accesso alla sessualità e alle relazioni non gode di uno status prioritario nell’agenda per la parità anche se è un diritto umano fondamentale e un aspetto essenziale della salute e dello sviluppo.

Come scrive la sociologa americana Finger: “La sessualità è spesso la fonte della nostra più profonda oppressione; è spesso la causa del nostro dolore più profondo. È più facile per noi parlare di discriminazione e formulare strategie per cambiare le cose in materia di occupazione, istruzione e accessibilità che parlare della nostra esclusione dalla sessualità”

Il sesso va considerato come un elemento cardine che collega tutta la sfera personale e relazionale dell’essere umano, con disabilità o meno. Ma in ogni caso, non è scontato riuscire a vivere una dimensione sessuale reale e soddisfacente, né con se stessi né con gli altri. A maggior ragione, non è più possibile convivere con tutti i tabù che riguardano la sessualità. Bisogna fare spazio a un’apertura di dialogo sempre più significativa, razionale e oggettiva, che dia voce e possibilità di espressione a tutti.

I Love Giver.

Con l’intento di lavorare sullo sviluppo a tutto tondo della persona che sono nati i cosiddetti Love Giver. Gli operatori all’affettività e alla sessualità dei disabili. In Italia, sono ancora pochi gli Assistenti che hanno le competenze adatte per gestire e canalizzare correttamente le pulsioni sessuali dei disabili, nonostante l’argomento sia da sempre all’ordine del giorno per le famiglie delle persone con disabilità. Facciamo subito chiarezza affinché la figura del Love Giver non venga male interpretata. L’obiettivo di questi professionisti è quello di educare la persona a gestire autonomamente la propria sessualità e la propria emotività, nel modo più maturo e razionale possibile.

  • Per costruire questa consapevolezza, il Love Giver propone:
  • Esercizi di respirazione
  • Meditazione individuale o condivisa
  • Percorsi di educazione sessuale
  • Momenti di riflessione
  • Elementi di educazione sociale per capire come, dove e quando sia più opportuno assecondare gli impulsi sessuali

Anche nella cultura popolare, film, sitcom televisive e romanzi le persone disabili sono raramente ritratte come sessualmente attraenti o attive. Poche le eccezioni da segnalare. Come per esempio, La certezza del dolore per quanto riguarda i romanzi e il personaggio di Ivar Senza Ossa nella serie TV Vikings.

Di disabilità si parla solo per quanto riguardo il pubblico: parcheggi riservati, rimozione barriere architettoniche, accessi agli spazi pubblici, integrazione sul lavoro; le loro vite private (sessualità, desideri e bisogni emotivi) sono percepite come tabù ed escluse dalle discussioni.

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Redazione

La nostra redazione comprende vari articolisti che imparerete a conoscere di volta in volta leggendo post specifici. Il lavoro di "squadra" rimane identificato come redazione

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Una risposta

  1. 23 Giugno 2022

    […] riflette sul rapporto tra sesso e disabilità e su come nella cultura popolare i disabili vengano ancora visti come […]