Intervista ad Andrea Riccardo Gasparoni

Abbiamo incontrato l’autore di Storie delle Terre Unite, il risveglio della Fenice. Un romanzo fantasy che consigliamo a tutti.

Caro Andrea, benvenuto su Cultura & Società, siamo molto felici di averti qui per parlare del tuo romanzo, prima di iniziare però ci piacerebbe sapere qualcosa in più su di te, raccontaci un po’ della tua vita per presentarti ai nostri lettori.

Il mio nome è Andrea Riccardo Gasparoni. Due nomi penserete… ebbene sì, e se proprio lo volete sapere, la storia è abbastanza divertente. Il giorno della mia nascita, ovvero il 14 ottobre del 1988, mio padre era estasiato. Sapete com’è, il primo maschio per un padre è come il pallone d’oro per un calciatore. Dopo diverse ore, si recò al comune della mia città, Vicenza, per registrarmi. Il gentile funzionario, a quanto pare una persona briosa, chiese a mio padre il nome del bambino. I miei genitori avevano parlato molto del mio nome, ed entrambi erano d’accordo su Andrea. In realtà non erano d’accordo, mio padre infatti, voleva darmi il suo nome, ma ovviamente mia madre, in maniera democratica, declinò il suo desiderio. Ma, mia madre non era lì! Così, dopo aver pronunciato il mio nome, il gentile impiegato gli chiese se volesse darmi anche un secondo nome; un goal a porta vuota. “Riccardo” Il gentile funzionario scrisse quindi il secondo nome, solo che… erroneamente (spero) lo scrisse insieme al primo. Ora, grazie a quella piccola svista, devo firmarmi così: Andrea Riccardo Gasparoni.

Intervista ad Andrea Riccardo Gasparoni

Mia madre ha sempre detto che sono una persona buona, gentile, generosa e disponibile, ma che la scuola non era il mio forte. Alla fine della prima superiore infatti, dopo un dubbio nato dalla mia professoressa di Italiano, feci il test per la dislessia, alla quale risultai positivo. Che problema c’è? Stavo frequentando un CFP e poi sarei andato a lavorare. Dopo alcuni anni, però, presi una decisione coraggiosa, mi iscrissi alla scuola serale (continuando a lavorare) per conseguire un titolo di studio maggiore rispetto a quello precedente. Dopo quattro anni di sacrifici, finalmente mi diplomai (sforzo alto, soddisfazione più alta). Grazie a questo “sacrificio”, ho ricevuto una proposta dalla stessa azienda da cui lavoro ormai dal 2008, ed oggi, sono un progettista meccanico. Un giorno, ricordo che ero in macchina, passavano per radio “Neverending story”, la colonna sonora de “La Storia Infinita”, il primo fantasy che ho visto, nonché quello che ha acceso in me la grande passione per questo genere. Era la millesima volta che ascoltavo quella canzone, ma quel giorno è stato diverso: ho iniziato a pensare a Falcor, il drago/cane volante, e poi, per associazione, ad alcuni animali mitologici: la Fenice, il Drago, il Grifone e Pegaso. Sono tornato a casa, ed ho iniziato a buttare nero su bianco una piccola trama, bizzarra e confusionaria, di cui mi sono subito innamorato. La penna nera sembrava avesse preso vita, e secondo dopo secondo il foglio bianco diventava pieno di parole. Non avevo nulla di definito in mente, ma mentre scrivevo la storia prendeva forma. Il titolo è arrivato contemporaneamente alla stesura della trama, così… so che in genere si dovrebbero provare almeno una decina di possibili titoli, ma Storie delle Terre Unite Il risveglio della Fenice lo trovavo molto accattivante. Il mio sogno nel cassetto? Quello di creare qualcosa di eccezionale, qualcosa con la quale, grandi e piccini possano prendersi una pausa dalle difficoltà quotidiane, immergendosi in un mondo nuovo e ricco di sorprese.

In questi ultimi mesi, a tutti gli autori intervistati, abbiamo chiesto di raccontarci la loro “pandemia”. Come hai vissuto il lockdown e cosa ne pensi di quello che ci è successo?

Sono stati mesi strani, surreali. Sembrava di vivere dentro un libro post-apocalittico. Fortunatamente ho sempre lavorato, anche se in smart working, per questa ragione mi ritengo molto fortunato. Vivo in un miniappartamento insieme alla mia morosa. Eravamo andati a convivere solo da febbraio, quindi il lock down è stato un po’ il nostro battesimo del fuoco, fortunatamente, passato a pieni voti. Per molte persone, la “reclusione” è stata pesante, ma per uno che aveva bisogno di tempo per scrivere il secondo capitolo della trilogia, si è rilevato utile (ovviamente non parlo del danno socio-economico, ma solo del tempo libero in cui mi sono potuto dedicare al mio progetto). Quindi, tirando le somme, il lock down l’ho vissuto bene.

Secondo te le istituzioni hanno gestito al meglio la situazione o potevano fare qualcosa in più?

Non si fa che parlare sulla gestione governative circa la pandemia. Io sono del parere che pochi di noi siano dotati delle competenze per poter giudicare l’operato di persone, che hanno sicuramente agito seguendo protocolli riadattati e istinto, gestendo una situazione critica e mai vissuta (se non tornando indietro di secoli). Quindi, data la mia ignoranza, dico che la pandemia è stata gestita, tutto sommato bene visto la poca esperienza.

Torniamo a parlare di scrittura, hai scelto di cimentarti con un genere complicato dove c’è molta concorrenza. Da dove nasce la tua passione per il fantasy?

Questa splendida passione è nata moltissimi anni fa. Avevo circa sei anni quando i miei genitori mi fecero vedere un film, che loro avevano visto al cinema diversi anni prima: La storia infinita. Quando ho visto il giovane Bastian sorvolare i cieli di Fantasia in groppa di Falcor, ho capito quanto possa essere sconfinata e potente la fantasia. Nel corso degli anni, ho coltivato questa passione, leggendo autori importanti e guardandone poi i film.

Alcuni sostengono che, escludendo Tolkien e pochi altri autori, il fantasy sia un genere prettamente commerciale, sei d’accordo?  

Commerciale? Secondo me, più che commerciale, il fantasy oggi è diventato un genere di nicchia. Dare voce a questi romanzi è sempre più difficile, e ora vi spiego il motivo. Il fantasy è un genere strettamente, ma non esclusivo, per ragazzi. I ragazzi però leggono sempre meno, alcuni solo il libro che l’insegnate gli obbliga a leggere per le vacanze.

Cosa provi quando scrivi?  Vogliamo coinvolgere chi ci legge nel tuo momento creativo, scoprire le emozioni che vivi e le tue sensazioni in quegli attimi.

Scrivere è sempre una cosa nuova, capace di farti provare emozioni diverse. Benessere e leggerezza solo le più comuni, ma non sono le uniche ovviamente. Quando per esempio scrivo una scena particolarmente divertente, inizio a ridere, al contrario invece, mentre descrivo la morte di un personaggio, mi rattristo, anche se sono io a deciderlo. Questo è il bello della scrittura. Entri dentro a quello che stai scrivendo, ti lasci trasportare, vivi insieme ai tuoi personaggi, ridi e piangi con loro, e questo, è impagabile e indescrivibile.

Secondo te qual è il segreto per conquistare un lettore?

Rendere i personaggi quanto più simili a loro. I personaggi devono sbagliare, devono soffrire e fare scelte sbagliate. Il personaggio perfetto non piace perché nessuno è perfetto: chi di noi non ha mai fatto una scelta sbagliata? Chi di noi non ha detto cose spiacevoli, pentendosene solo pochi attimi dopo? Il lettore, magari inconsapevolmente, vuole leggere di sé.

C’è un ricordo del tuo percorso che ti sta più a cuore degli altri, un aneddoto che vorresti condividere con noi?

Certo! Ero in Sicilia, e stavamo visitando il teatro Greco di Siracusa. Ero nelle scalinate dell’anfiteatro, e mi son detto: “Non vedo l’ora di tornare a casa per scrivere”Stavo visitando uno dei posti più antichi d’Italia, eppure, il mio pensiero era quello di riportare ciò che stavo guardando sul mio romanzo!

Finalmente siamo arrivati a parlare del tuo libro: “Storia delle Terre Unite. Il risveglio della Fenice”  Presentacelo nel modo che preferisci.

Si tratta del primo capitolo della trilogia, capace di incuriosire i lettori. Scritto in prima persona, narra le vicende di Seth, un giovane ragazzo di appena sedici anni e dei suoi compagni: Caleb e Ginevra. Dopo alcuni importanti avvenimenti, i tre ragazzi sono costretti a partire per riunire i Quattro Regni delle Terre Unite, col compito di riunirli per fermare finalmente Goldfire, il tiranno che tiene i regni sotto il suo volere. Guidati da Esther, una misteriosa donna del mondo degli Spiriti, i giovani scopriranno che il loro destino va al di là del viaggio, infatti scopriranno una nuova verità, che spiega l’origine del loro…poteri! Non solo, i tre prenderanno la consapevolezza di essere legati al malvagio Goldfire, un legame che dura da prima della loro nascita, prima della nascita dei Quattro Regni, prima…della vita stessa. «Le tenebre cadranno dinanzi alla luce più pura, ma nulla può essere fatto senza la conoscenza, la saggezza e la forza. Solo con la venuta dei quattro la luce tornerà a regnare» Essendo un romanzo appunto per ragazzi ho cercato di inserire, seppur in modo leggero, alcuni valori molto importanti, che è bene siano compresi sin dalla giovane età: il rispetto verso le persone e verso la natura, l’educazione, il coraggio, l’importanza dell’amicizia e della lealtà. Questi per me sono messaggi fondamentali da trasmettere, e per quanto vengano marcati anche da genitori e insegnanti, credo che ribadirli in maniera indiretta, quasi naturale, sia doveroso per uno scrittore.

Qual è, secondo te, il genere di pubblico che potrebbe appassionarsi di più al tuo romanzo?

Ragazzi dai dieci ai venti, ma non solo. A chiunque abbia voglia di immergersi in una storia nuova, in un mondo dove non è il protagonista a fare la storia, ma è la storia a fare il protagonista. Il viaggio di Seth e dei suoi compagni riuscirà a coinvolgere chiunque abbia voglia di credere in questo nuovo romanzo!

Chi sono, tra i grandi della letteratura mondiale presente e passata, i tuoi maestri, quelli che con le loro opere più hanno contribuito alla tua formazione, o semplicemente quelli che ammiri di più per tecnica e creatività?

Qui cado nella banalità… Ovviamente, Tolkien è un pilastro del genere fantasy, se non le fondamenta. È riuscito a rivoluzionare un genere, portando sulle librerie di tutti non una storia, ma un vero capolavoro, un’opera d’arte. Ma non è solo lui ovviamente. Io, come molti altri ragazzi sono cresciuto con la più grande saga fantasy contemporanea. J.K.Rowling non ha creato solo un nuovo mondo, è riuscita a crearlo ed ambientarlo nei giorni nostri! Un genio!

Ultima domanda prima di salutarti e ringraziarti. Ti chiediamo una cosa semplicissima, consiglia ai nostri lettori un libro che non sia il tuo, uno soltanto.

Certamente.

Fantasy: I pilastri della Terra. Altro: L’amico ritrovato. È stato il mio primo libro non fantasy, ed è tuttora, uno dei miei romanzi preferiti.

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