Toscana. Film Netflix. Recensione

Uno chef danese giunge in Toscana per vendere l’eredità di famiglia e trova l’amore in una commedia ricca di stereotipi e forzature.

Non è certo una novità che in tutto il mondo siano attratti dal fascino e dalle bellezze del nostro Paese, come testimonia non solo il gran numero di turisti che ogni anno fanno capolino su mari e monti ma anche l’innumerevole lista di pellicole che trovano ambientazione proprio nello Stivale. Per la maggior parte, ma non mancano per fortuna gradite eccezioni, si tratta di storie romantiche che incontrano nei suggestivi paesaggi nostrani il palcoscenico ideale per innescare love-story più o meno improbabili dove i protagonisti, spesso stranieri, si (ri)trovano a innamorarsi non solo dell’anima gemella ma anche dell’Italia stessa.

Come già suggerisce il titolo, Toscana racconta una vicenda che ha luogo nell’omonima regione, nella quale uno chef di origini nordiche si trasferisce in seguito alla morte del padre. Il film batte infatti bandiera danese e sbarca su Netflix in esclusiva come original tra le nuove uscite.

Toscana: amore tra i fornelli

Theo è uno chef danese il cui ristorante brilla per qualità, tanto da aver ottenuto delle stelle Michelin. Un giorno l’uomo riceve la notizia relativa alla scomparsa del padre, che non vedeva da anni e con il quale aveva un rapporto tormentato. Il genitore aveva infatti abbandonato la famiglia per continuare a vivere nella sua amata Toscana, dove era proprietario di una tenuta che include anche un castello e un ristorante.

Toscana. Film Netflix. Recensione

Theo diventa il diretto erede dei possedimenti e arriva in Italia con l’intenzione di venderli per chiudere definitivamente i conti con quel passato che l’ha sempre tormentato. Ma al suo arrivo scopre come serva diverso tempo per completare le varie pratiche. Ha modo di dedicarsi alla sua più grande passione, la cucina. Con l’aiuto di Sofia, una ragazza di origini rom che è cresciuta nella tenuta, riscopre se stesso. Quando si trova a organizzarne il matrimonio vengono a galla sentimenti inespressi e nuovi, che potrebbero cambiare per sempre il suo futuro…

Tutto già visto

Non ci discostiamo molto dalla canonica fiera degli stereotipi nella quale si gettano a capofitto questo tipo di produzioni. Cliché che si sprecano ancora una volta nel ritratto caricaturale del popolo italiano. Un difetto forse meno marcato rispetto ad altre occasioni, ma comunque ben presente nel solco di una tradizione, ahinoi, ormai consolidata. Toscana ricicla così situazioni e dialoghi da cartolina, con battute come “sei in Italia, goditi il paesaggio!” o ancora “l’ingrediente più importante è l’amore“, per inscenare l’ennesima, stucchevole love-story che vede coinvolti i due personaggi principali, in questo caso assai poco credibile non solo per lo scarso sex-appeal del protagonista maschile – ma si sa, l’amore è cieco – ma anche per le diverse forzature che la sceneggiatura inanella sin dai primi minuti, dove tutto è veicolato al più scontato dei lieto fine.

I giri in vespa, le canzoni di Ornella Vanoni, le suggestive zone costiere e la natura dove frutta e verdure crescono rigogliose restituiscono così, ancora una volta, tutto l’immaginario con il quale continuano a vederci all’estero, in una sagra del BelPaese dove tutti sono felici e i buoni sentimenti sono destinati a trionfare contro tutto e tutti. Da notare anche il voluto distacco nelle sporadiche sequenze ambientate in Danimarca. Una fotografia grigia e clima terso, a sottolineare ulteriormente lo stacco con il sole e l’azzurro dei cieli italiani. Toscana pecca quindi non soltanto di originalità ma anche, cosa assai più grave, di emozioni. Questo per via di un cast internazionale che crede poco nei relativi alter-ego e con una totale mancanza di sintonia tra gli interpreti dei due ipotetici innamorati al centro della vicenda.

Toscana. Film Netflix. Recensione

Non offrendo niente di nuovo al relativo target di riferimento, Toscana non tradisce nemmeno la propria anima da cartolina. Con i paesaggi e il folklore del BelPaese a fare da sfondo alla forzata love-story tra i due protagonisti. Lui danese, lei italiana di origini rom – che si ritrovano tra i fornelli per un fortuito caso del destino. Un sentimentalismo sempliciotto e una sceneggiatura che non si prende rischi, con tutti gli step obbligatori che si susseguono stancamente per l’ora e mezzo di durata. Visione estremamente banale anche per il suddetto pubblico.

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Redazione

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